Di recente è scattato un allarme prelievo forzoso dal conto corrente, a lanciarlo è mangiate bene stato Matteo Renzi. Cosa c’è di vero dietro questa storia?
Da qualche giorno circola in rete un video di Matteo Renzi, il leader del partito di Italia Viva, che accuserebbe il governo Meloni di imporre un prelievo forzoso sui conti correnti degli italiani.
L’accusa di Renzi farebbe riferimento ad un provvedimento che avrebbe inevitabilmente un impatto negativo sulle tasche di milioni di nuclei familiari italiani. Stando alle dichiarazioni dell’ex Presidente del Consiglio italiano, questo provvedimento sarebbe inserito all’interno della riforma fiscale.
Ma cosa c’è di vero dietro questa storia? Davvero il governo ha intenzione di effettuare un prelievo forzoso di soldi ai danni dei contribuenti italiani?
Allarme prelievo forzoso dal conto corrente: scopriamo cosa c’è dietro
Il leader di Italia Viva ha accusato il governo Meloni di voler approvare un intervento che sarebbe estremamente dannoso per i cittadini italiani. Matteo Renzi, infatti, avrebbe acceso i riflettori su un provvedimento inserito nella riforma fiscale e che permetterebbe al governo di mettere le mani nelle tasche degli italiani, tramite un prelievo forzoso dai conti correnti.
Ironia della sorte, l’accusa che oggi Renzi muove al governo di centro-destra è la stessa mossa da Giorgia Meloni, nel 2015. In quell’occasione, l’attuale Premier accusò Renzi di aver ceduto alle lobby bancarie, con l’intenzione di introdurre un prelievo forzoso dai conti correnti degli italiani.
Il politico toscano ha sempre smentito queste accuse e, oggi, che al Governo c’è proprio Giorgia Meloni “ricambia il favore” e punta il dito sulla riforma fiscale.
Stiamo facendo riferimento alla legge delega che ha come scopo quello di semplificare gli scaglioni dell’imposta sul reddito, che passerebbero da quattro a tre. Tra le misure contenute nel disegno di legge c’è anche l’articolo 16, sul quale Renzi ha acceso i riflettori.
Questo articolo fa riferimento alla possibilità di “potenziare l’attività di riscossione coattiva dell’agente della riscossione” attraverso “la razionalizzazione e l’automazione della procedura di pignoramento dei rapporti finanziari”.
In sostanza, nella riforma viene lasciato spazio alla possibilità di intervenire sui conti correnti dei contribuenti che hanno debiti nei confronti del fisco. La misura in questione è ancora in fase di discussione, dunque, non è stata approvata: il governo avrà due anni di tempo per prendere una decisione. È ancora tutto da vedere.
Che cos’è un prelievo forzoso
Con il termine prelievo forzoso si fa riferimento alla possibilità che il governo prelievi denaro dai conti correnti dei contribuenti. Si tratta di una misura straordinaria che, in Italia, è stata utilizzata nel 1992 dal governo tecnico di Giuliano Amato. In quell’occasione, il governo giustificò l’intervento come l’unica strada per poter pareggiare il bilancio.
E così nella notte di venerdì 10 luglio 1992, il governo Amato impose un prelievo forzoso retroattivo del 6% dai conti correnti delle banche italiane.