La celiachia è una patologia auto-infiammatoria permanente che si manifesta ingerendo glutine. Consente di rientrare tra le categorie protette?
Scopriamo cosa sono le categorie protette e se i celiaci hanno il diritto di farne parte.
Nelle categorie protette vi rientrano gli individui con disabilità, patologie gravi o altre forme di invalidità psico-fisica. L’obiettivo è tutelare sul lavoro queste persone così come previsto dalla Costituzione Italiana. I benefici previsti sono il collocamento mirato e incentivi economici per le aziende che assumono lavoratori delle categorie protette.
Per rientrarvi occorrerà avere un’invalidità civile superiore al 45%, un’invalidità sul lavoro superiore al 33%, essere invalido di guerra, una persona non vedente o sordomuta, vedove, orfani, vittime del terrorismo o profughi. Insomma, si capisce chiaramente come essere celiaci non comporterà l’ingresso tra le categorie protette. Ciò non significa che non ci siano agevolazioni loro dedicate.
Celiachia, a quali agevolazioni da diritto la patologia auto-infiammatoria
I celiaci non possono assumere glutine o avvertiranno dolore addominale, gonfiore, diarrea, perdita di peso, malassorbimento intestinale, rallentamento delle crescita nei bambini. Sono disturbi che possono essere gestiti eliminando il glutine dalla dieta. Di conseguenza la celiachia non può essere considerata malattia invalidante più del 46%, tanto da far rientrare nelle categorie protette. Infatti non comporta alcuna riduzione della capacità lavorativa.
Quando le conseguenze della celiachia diventano gravi pur seguendo una dieta corretta allora si può tentare di richiedere il riconoscimento dell’invalidità civile. La malattia diventa pericolosa se non riconosciuta per tanti anni oppure se associata ad altre patologie che combinandosi causano sintomatologie invalidanti.
In presenza di una sindrome da malassorbimento occorre, ad esempio, distinguere quattro classi
- prima classe con alterazioni lievi della funzione con disturbi saltuari,
- seconda classe con disturbi dolorosi non continui e trattamento non continuativo e perdita di peso fino al 10% del valore convenzionale,
- terza classe con alterazione grave della funzionalità, disturbi dolorosi frequenti, perdita del 10/20% di peso e disordini del transito,
- quarta classe con alterazioni gravissime della funzione digestiva, disturbi dolorosi e trattamento continuo, perdita di peso del 20% e disordini del transito intestinali.
Si potrebbe tentare il riconoscimento dell’invalidità civile in presenza della quarta classe ma non è detto che la percentuale del 46% si raggiunga. La celiachia essendo riconosciuta come malattia sociale dà diritto comunque a diverse tutele.
- L’accesso gratuito a prodotti alimentari senza glutine restando in un tetto massimo stabilito dal Ministero della Sanità (1.488 euro nel 2022),
- l’obbligo di trovare nelle mense scolastiche, ospedaliere e nelle strutture pubbliche pasti senza glutine.
In più la celiachia rientra tra le malattie a condizioni croniche e invalidanti. Si può richiedere, quindi, l’esenzione dal pagamento del ticket con il codice 059 per le spese legate alla patologia una volta confermato il disturbo da parte di un gastroenterologo o medico specializzato.