In un rapporto presentato dell’INPS è stato stabilito a quanto ammonterà la pensione di un’intera generazione: ecco qual è la somma.
Il tema pensionistico è uno dei più caldi e sentiti in Italia, così come in molti altri paesi. Tra le preoccupazioni maggiori dei “lavoratori poveri” c’è l’assegno pensionistico che arriverà in futuro. L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha stabilito delle cifre in un rapporto i cui dati non sono troppo esaltanti.
Il presidente INPS, Pasquale Tridico, ha consegnato un rapporto che conferma i problemi storici di un’Italia che sta risentendo della crisi economica. Com’era prevedibile fin dall’inizio, anche le pensioni soffriranno a causa dell’inflazione che ha colpito il nostro paese. Le variazioni dei prezzi condizioneranno inevitabilmente il potere d’acquisto traducendosi in una spesa di circa 24 miliardi per lo Stato.
Una crisi economica che si riflette sulla pensione di donne e uomini, dove le prime hanno un assegno nettamente inferiore ai secondi. Una situazione generata dalla differenza della retribuzione oraria. Il rapporto dell’INPS, inoltre, guarda al futuro della generazione X, prossima all’assegno pensionistico.
Pensione generazione X: ecco a quanto ammonterà
Il rapporto INPS ha simulato la situazione della generazione X, quella nata tra il 1965 e il 1980, coinvolta in una serie di riforme partite dagli anni ’90. I lavoratori di questi anni andranno in pensione con il sistema contributivo ed il montante si ridurrà in maniera progressiva a causa dell’instabilità delle carriere professionali.
È stato altresì notato che, i nati nel 1980 devono lavorare 3 anni in più almeno per ottenere lo stesso assegno pensionistico di quelli classe 1965. Senza contare il fatto che la differenza tra una donna nata nel 1980 e un uomo nato nel 1965 è di 5 anni e 8 mesi.
Ma non finisce qui, una persona che ha compiuto 65 anni, con 30 anni di contributi versati e un salario minimo di 9 euro lordi all’ora, potrebbe avere una pensione di 750 euro. Un assegno pensionistico che attualmente risulterebbe più alto rispetto all’attuale trattamento minimo.
È bene sottolineare che il rapporto INPS è un’ipotesi, in quanto l’intero sistema pensionistico è condizionato dagli andamenti demografici. Per quanto riguarda le riforme, quella del 2023 dovrebbe rappresentare una maggiore flessibilità. In questi mesi, ci sono state diverse proposte.
C’è da aggiungere anche che i lavoratori nati nel 1960 potranno andare in pensione nel 2023 con determinate condizioni. Questo è possibile all’APE sociale che permette di prendere l’assegno a 63 anni con 30 o 36 anni di contributi.