Si aprono nuove prospettive di lavoro per chi ha intenzione di lavorare nel mondo della scuola grazie all’ultimissima del Governo.
Il mondo della scuola deve essere migliorato, e su questo ne sono state dette di cotte e di crude. Il sistema dovrebbe essere ricostruito da capo e far sì che tutti coloro che vogliono lavorare nella scuola, soprattutto gli insegnanti, non abbiano difficoltà. Infatti, possiamo confermare che, senza ombra di dubbio, essere un docente effettivo è davvero un miraggio.
Non a caso in Italia, e soprattutto nel Sud del nostro paese, si trovano tantissimi docenti ancora precari che cercano un’occasione per fare il grande salto. E questo di certo non giova le nuove generazioni che sono interessate ad un simile profilo. Tuttavia, si è appena verificato un riscontro da parte del Governo Meloni che potrebbe essere una speranza per molti.
Cosa succede sul fronte della scuola: le novità del Governo Meloni che potrebbero modificare il destino dei precari
Con il Consiglio dei Ministri numero 46 che si è tenuto il giorno 3 agosto 2023 si è votati all’autorizzazione al Ministero dell’Istruzione e del Merito di assumere ben 62 mila risorse scolastiche a tempo indeterminato per il futuro anno scolastico 2023/2024. Questa sì che si tratta di una bella notizia!
Tuttavia, questi posti non riguardano soltanto gli insegnanti, ma altre figure che lavorano nel mondo della scuola. Per la precisione 280 posti sono per i dirigenti scolastici, 52 per il personale educativo e 419 per gli insegnanti di religione cattolica. Poi ancora 10.913 posti sono riservati al personale A.T.A e 50.807 per il personale docente.
Novità in arrivo per i docenti della scuola secondaria di I e II grado
Ma non è finita qui perché il Consiglio dei Ministri si è anche occupato dei nuovi percorsi di formazione per i docenti delle scuole secondarie. Nello specifico, si parla di percorsi universitari già previsti nel prossimo anno accademico che miglioreranno la figura del docente. Ovviamente, facciamo riferimento al percorso diventato, ormai, standard, per l’acquisizione dei 60 CFU.
Ma non tutti sono destinati a doverli possedere. Infatti, chi ha già lavorato per almeno tre anni scolastici e per tutti coloro che hanno già acquisito i famosi 24 CFU, devono soltanto accedere a percorsi per l’acquisizione di 30 o 36 crediti formativi. Questa notizia era già nell’aria dall’anno scorso e si tratta di una collaborazione con il Ministro dell’Università.
Tuttavia, non ancora si sa con precisione come le diverse categorie di persone, in base al possesso dei CFU, dovranno muoversi. Una cosa, però, è certa, in molti speravano che un’approvazione del genere non si verificasse mai, dato che allunga ancora di più il percorso per diventare docente. Detto ciò, a quanto pare è inutile sperare in un cambiamento delle regole.