Potremmo accorgerci, di punto in bianco, che qualcosa non va nel nostro olfatto: non funziona come dovrebbe o avvertiamo odori insoliti.
Se non riusciamo a distinguere bene gli odori potremmo pensare di aver contratto il Covid, poiché questo strano sintomo fu associato all’infezione del virus.
Era però il 2020 e da allora il Sars-Cov-2 ha mutato tantissime volte: ad oggi gli scienziati assicurano che è molto improbabile incappare nel virus originale.
Come detto, però, se il nostro olfatto comincia a “perdere colpi” c’è sicuramente qualcosa che non va. Le cause possono essere svariate, come per tutte le malattie, ma da recenti studi spuntano interessanti – anche un po’ preoccupanti – novità.
Attenzione quando il tuo olfatto non funziona come dovrebbe, ecco a cosa potresti andare incontro
La Ricerca attualmente sta ampliando molto gli studi sui meccanismi di attività iniziale delle malattie. Oltre a voler trovare una cura, gli esperti cercano anche il modo di prevenirla il più precocemente possibile. Anche perché alcune patologie se non prese in tempo danno effetti ancora più devastanti.
Una di queste è l’Alzheimer, che come sappiamo ad oggi è incurabile, e si può solamente rallentarne il decorso.
Ebbene, un recente studio ha dimostrato la correlazione tra i problemi dell’olfatto e le probabilità di andare incontro ad Alzheimer. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Neurology ed è stato condotto dal Matthew S. GoodSmith dell’Università di Chicago.
Recentemente sono stati individuati molti segnali precoci della demenze cerebrale e sembra che la perdita progressiva, anche se lentissima, dell’olfatto abbia a che vedere con questi sintomi.
Secondo gli studiosi, prima di cercare sintomi più evidenti del morbo di Alzheimer si potrebbero fare esami sull’olfatto dei pazienti. Sembra che il problema all’olfatto causi infiammazioni cerebrali collegate anche al declino cognitivo. Oltre a questo sembra che un fattore concomitante, ovvero l’avere uno specifico gene, sia indice di maggiori probabilità di sviluppare l’Alzheimer negli anni successivi.
Lo studio condotto a Chicago ha coinvolto 865 soggetti, a cui sono stati fatti test e domande per verificare lo stato di salute dell’olfatto. Coloro che avevano anche il gene deputato alla maggiore probabilità di manifestare l’Alzheimer hanno manifestato una minore capacità di avvertire gli odori, nella misura del -37%.
Questo studio è solamente uno dei numerosi che cercano di trovare le cause dell’Alzheimer molto precocemente. Oggi ad esempio è al vaglio un “vaccino” che si potrebbe somministrare anche fino a 25 anni prima che insorga la malattia. Dunque la speranza è che la Ricerca scopra ulteriori metodi per trattare il morbo di Alzheimer e le varie forme di demenza, fino a trovare la soluzione definitiva.
(le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici o pubblicazioni su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)