Continuano le discussioni sulla Riforma delle Pensioni per capire come strutturare il sistema previdenziale nel 2024.
Come andranno in pensione gli italiani il prossimo anno? Quali misure saranno prorogate e quali spariranno?
Sei mesi sono trascorsi dall’inizio del 2023 e gli interventi messi in atto dal Governo Meloni sono numerosi e su vari piani. Rimane, però, l’incertezza su tante questioni soprattutto se inerenti al sistema pensionistico. I lavoratori attendono da tempo immemore una Riforma delle Pensioni che introduca scivoli strutturali e flessibili. La pazienza è durata a lungo e sembra che debba continuare dato che i cambiamenti che si profilano all’orizzonte non sembrano essere quelli sperati dai cittadini.
La verità è una sola. Le risorse per la Riforma non ci sono. I soldi delle casse dello Stato serviranno al momento per raggiungere altri importanti obiettivi – come il taglio del cuneo fiscale – e di eccedenze nemmeno l’ombra. Cosa accadrà, dunque, con la Legge di Bilancio 2024? Se ne parlerà approfonditamente il 26 giugno durante il confronto tra Governi e Sindacati. La convocazione è partita dal Ministro del Lavoro Marina Calderone e riprende un vecchio discorso che necessita di essere nuovamente al centro del tavolo di lavoro dell’esecutivo.
Riforma delle Pensioni, se non dovesse esserci cosa accadrà nel 2024
La Legge di Bilancio 2024 deve essere costruita entro il 31 dicembre dell’anno in corso. Pochi mesi per sperare in una vera Riforma delle Pensioni che dia ai lavoratori ciò che chiedono ossia flessibilità e tutele economiche. Quali sono, dunque, le ipotesi più accreditate?
A fine anno scadono Quota 103, l’APE Sociale e Opzione Donna. La richiesta dei Sindacati è di estendere la flessibilità in uscita senza penalizzazioni a chi ha maturato contributi prima del 1996 e partire dai 62 anni di età. I contributi maturati dovranno essere 41 a prescindere dall’età.
C’è la possibilità che Quota 103 sia prorogata ma con qualche cambiamento – come alzare l’età a 64 anni. Più tragico il destino di Opzione Donna. La Legge di Bilancio 2023 ha già ristretto la platea delle beneficiarie e si tema che sia solo l’inizio delle fine di questa misura. L’APE Sociale, invece, dovrebbe essere prorogata da che si rivolge a soggetti considerati fragili come invalidi al 74% e disoccupati.
Scadranno anche il contratto di espansione e l’isopensione. I sindacati chiedono la connessione con misure che favoriscano il ricambio generazionale. C’è necessità che si aprano le porte sul mondo del lavoro ai giovani per evitare che tra qualche anno non si sappia come pagare le pensioni.
E rimane anche la richiesta di ampliare la platea dei lavori gravosi alle pensioni precoci come già previsto per l’APE Sociale.
Da non dimenticare che la manovra 2024 dovrebbe contenere altri interventi come il potenziamento della previdenza complementare per evitare problemi a livello di pensioni future e nuove forme di silenzio-assenso per incentivare l’accantonamento del TFR nei Fondi pensione.