Se il caregiver che usufruisce del congedo 104 si ammala, l’agevolazione si interrompe? In alcuni casi le misure non sono cumulabili.
Il congedo 104 consente di assentarsi dal lavoro per un massimo di 2 anni, continuando a percepire la retribuzione, per assistere un familiare disabile grave.
Ma cosa succede se il caregiver, a sua volta, si ammala durante il periodo di fruizione del beneficio? A chiarire la situazione è la Circolare INPS n. 54 del 15 marzo 2021.
Analizziamola e vediamo quando il congedo straordinario è compatibile con la malattia.
Congedo 104 a malattia: attenzione al periodo indicato nel certificato
Il provvedimento dell’Istituto di Previdenza specifica che il lavoratore dipendente ha diritto all’indennità di malattia per tutto il periodo coperto da certificazione medica, entro un massimo di 180 giorni nell’arco di un anno solare e a condizione che la malattia sia intervenuta entro 60 giorni dall’inizio di fruizione del congedo 104.
Se, dunque, il periodo di malattia incomincia dopo 60 giorni dal congedo, non si può percepire l’indennità.
La ragione alla base di tale previsione risiede nella circostanza che durante il congedo il rapporto di lavoro è sospeso; per questo motivo l’indennità di malattia può essere riconosciuta solo se non sono trascorsi più di 60 giorni dalla sospensione.
La legge consente di frazionare i 2 anni di congedo 104 anche in giorni, settimane o mesi, ma mai in ore. Se si sceglie di suddividerlo in giorni (ad esempio, 2 a settimana) non c’è una vera e propria interruzione dell’attività lavorativa.
Di conseguenza, se il caregiver si ammala, ha diritto all’indennità di malattia anche se questa inizia dopo 60 giorni dal congedo frazionato.
L’erogazione dell’indennità di malattia decorre a partire dal quarto giorno e cessa alla data di scadenza della prognosi stabilita nel certificato medico.
I primi tre giorni sono di carenza e, solo se il contratto di lavoro lo prevede, sono indennizzati totalmente dal datore di lavoro.
Indennità di malattia: quanto percepisce il lavoratore?
Durante il periodo di malattia, non si ha diritto all’intero ammontare della retribuzione normalmente percepita, ma soltanto ad una parte di essa.
L’indennità, inoltre, si riferisce a tutti i giorni coperti dal certificato medico, ma a non più di 180 giorni all’anno. I contratti collettivi, tuttavia, possono prevedere delle eccezioni a seconda delle varie categorie di appartenenza.
La prestazione economica, inoltre, se adeguatamente certificata, copre anche un eventuale periodo di ricovero in day hospital.
È opportuno evidenziare che la normativa non impone un obbligo di interruzione del congedo 104 da parte del caregiver che si ammala.
Solo nel caso in cui sia impossibile l’assistenza al familiare disabile grave, l’agevolazione va interrotta. Se, poi, si intende beneficiare nuovamente del congedo straordinario al termine della malattia, il lavoratore dovrà inviare una nuova domanda all’INPS.
Congedo 104 e malattia per i dipendenti pubblici
Le regole che abbiamo appena illustrato si riferiscono esclusivamente ai lavoratori dipendenti del settore privato a tempo indeterminato.
I dipendi pubblici hanno diritto all’indennità di malattia per 18 mesi e, durante i primi 9, hanno diritto al 100% dello stipendio.
Per i successivi 3 mesi, poi, percepiscono un’indennità pari al 90% della retribuzione. Dal tredicesimo al diciottesimo mese, infine, l’indennità scende al 50% della paga. Oltre il diciottesimo, dunque, non si ha dritto ad alcuna prestazione economica.
Specifichiamo, però, che per i primi 10 giorni non spetta alcuna indennità e, dunque, anche i dipendenti pubblici subiscono una riduzione dello stipendio.
In conclusione, il congedo 104 è compatibile con l’indennità di malattia in favore del caregiver, per qualsiasi tipo di patologia ma previo rispetto dei presupposti che abbiamo sottolineato.