Brutte notizie per le lavoratrici. Sembrerebbe che la Premier Meloni sia intenzionata a stringere ulteriormente i paletti e ad eliminare Opzione Donna.
La pensione delle donne è a rischio secondo le ultime indiscrezioni. Nulla di ufficiale, al momento, ma le previsioni non sono buone.
Nelle prossime settimane il Governo prenderà decisioni importanti da inserire nella Legge di Bilancio 2024. Tra i temi da affrontare quello delle pensioni, con l’attenzione puntata su Opzione Donna. Il Ministro dell’Economia Giorgetti ha detto chiaramente che i soldi per fare tutto non ci sono. E la misura dedicata alle lavoratrici potrebbe essere quella sacrificabile.
Riforme, proroghe, provvedimenti hanno bisogno di risorse per poter essere intrapresi. Opzione Donna ha un costo elevato per lo Stato nonostante le restrizioni adottate con la Legge di Bilancio 2023. Nel primo semestre 2023 sono arrivate 7.536 domande all’INPS di pensionamento anticipato con questo scivolo contro le 11 mila circa dello stesso periodo nel 2022. Una riduzione importante legata ai paletti introdotti ad inizio anno ma non basta. I soldi vanno spesi per il taglio del cuneo fiscale (anche questo intervento potrebbe lasciare con l’amaro in bocca sparendo a gennaio 2024) e per una Riforma delle Pensioni generali che tarda ad arrivare da troppo tempo.
Quale sarà la decisione della Premier su Opzione Donna
La decisione sul futuro di Opzione Donna deve ancora essere presa. C’è sempre maggiore certezza, però, che i requisiti non torneranno mai quelli del 2022 nonostante le grandi richieste. Più facile ipotizzare un restringimento ulteriore dei paletti che porterebbe ad un addio alla misura.
Ricordiamo che oggi possono accedere allo scivolo le donne con 35 anni di contributi e 60 anni se senza figli, 59 anni con un figlio e 58 anni con due figli. Questo a condizione che siano invalide al 74% o più, caregiver da almeno sei mesi o disoccupate/licenziate/dipendenti di aziende in crisi.
La misura, dunque, è dedicata a lavoratrici “fragili” come l’APE Sociale (e a chi grazie alla cristallizzazione del diritto ha conservato il diritto di pensionamento con i vecchi requisiti). Mentre l’APE probabilmente verrà prorogata, però, per Opzione Donna ci sono forti dubbi. Se dovesse sparire sarebbe comunque sostituita da un altro scivolo – si presuppone – dato che un accesso a Quota 103 è difficile per le donne lavoratrici (62 anni di età e 41 anni di contributi).