Come funziona la pensione per chi non ha mila lavorato e quanto si percepisce: i dettagli da sapere
In Italia percepire una pensione richiede la mutazione, quantomeno, di vent’anni di contributi, in qualche caso quindici o cinque se si tratta di vecchiaia di pensione a 71 anni dedicata al contributivo puro.
Sebbene non spetti la pensione a coloro che non hanno mai svolto attività lavorativa e senza contributi, ad intervenire è lo Stato che tutela chi raggiunge l’età da pensione di vecchiaia.
Si tratta di interventi proprio per chi, pur raggiungendo tale età, non è riuscito a maturare la pensione, versando in una condizione di bisogno economico; si parla dunque di assegno sociale, l’ex pensione sociale.
Altro sostegno viene riconosciuto a coloro che, al di là dell’età, vivono una condizione di bisogno in relazione a malattia o infortunio che comporta una ridotta capacità di lavoro. In sostanza, ci sono varie misure assistenziali tali da garantire una rendita al mese.
Qualora un soggetto alla soglia dell’anzianità non avesse i requisiti per l’assegno pensionistico e si trovasse senza nessuna rendita, potrebbe richiedere l‘assegno sociale INPS, che non è reversibile a familiari superstiti.
L’assegno sociale si lega ad un requisito minimo anagrafico (67 anni), ma occorre anche la residenza in Italia, effettiva e dimora abituale.
Al contempo, la misura si riconosce soltanto a chi è sotto una certa soglia reddituale, rideterminata annualmente, che nel 2023 è pari a 6.542,51 euro (persone sole), 13.085,02 euro (coniugati). L’importo 2023 è di 503,27 euro.
Pensione per chi non ha lavorato, come funziona l’assegno sociale e alte opzioni
Per accedere all’importo di 503,27 euro dell’assegno sociale occorre un reddito personale di zero, altrimenti si calcola con la formula 6.542,51 – reddito personale.
Con un reddito personale da 2 mila euro, l’assegno sociale all’anno sarebbe di 4.542,51, all’incirca 350 euro mensili.
Oltre all’assegno sociale ci sono altre opzioni, e per esempio per coloro che hanno meno di 67 anni, versino in condizione di bisogno economico e abbiano uno stato di salute che va a ridurre la capacità di lavorare, viene riconosciuta una misura al mese esentasse.
Si tratta delle pensioni per invalidi civili, ciechi e sordi, che è misura diversa rispetto all’assegno ordinario d’invalidità o alla pensione d’inabilità previdenziale, dove occorre la maturazione di un tot numero di anni di contributi.
Anche in tal caso ha luogo l’aggiornamento degli importi considerando l’andamento del costo della vita. Va sottolineato che, compiuti i 67 anni, termina l’erogazione della pensione di invalidità civile, ma per esempio prosegue il riconoscimento dell’accompagnamento che diventa automaticamente assegno sociale.
Tabella importi aggiornata 2023 con cifre e limiti di reddito:
- pensione invalidità parziale: 313,91 euro; 5.391,88 euro;
- pensione d’inabilità civili (invalidi 100%): 313,91 euro; 17.920,00 euro;
- indennità d’accompagnamento; 527.16 euro; no limiti;
- indennità di frequenza: 313,91 euro; 5.391,88 euro;
- pensione speciale sordi: 313,91 euro; 17.920,00 euro;
- indennità di comunicazione: 261.11 euro; no limiti;
- pensioni ciechi civili assoluti: 339.48 euro; 17.920,00 euro;
- pensioni ciechi civili parziali: 313.91 euro; 17.920,00 euro;
- Assegno a vita ipovedenti gravi (decimisti): 232.99 euro; 8.615,46 euro;
- Indennità lavoratori con Drepanocitosi o Talassemia major: 563.74 euro; no limiti;
- Indennità speciale ventesimisti: 217.64 euro; no limiti.