Approfondiamo la conoscenza con un possibile piano di integrazione parallela alla pensione per non avere problemi al momento del pensionamento.
I contributi maturati nel corso della propria carriera lavorativa sono fondamentale per capire quando e come andare in pensione.
Il sistema di calcolo contributivo rende protagonisti proprio i contributi nel conteggio dell’importo dell’assegno pensionistico. Pochi anni di contribuzione porteranno ad una somma insufficiente per mantenere da pensionato lo stesso tenore di vita avuto da lavoratore. Ecco perché è importante conoscere e aggrapparsi ad una pensione integrativa in modo tale da accantonare ogni mese una somma da aggiungere, poi, all’assegno. Parliamo di salvadanai personalizzabili che sono spesso collegati al proprio conto corrente.
Tra le soluzioni citiamo Poste Vita, uno strumento utilizzabile anche dai più giovani giovani che prevede versamenti finalizzati all’integrazione previdenziale. In più, la previdenza integrativa gode di benefici fiscali sia nel presente che nel futuro. I versamenti volontari, infatti, sono deducibili fin da subito per un importo massimo di 5.164,57 euro all’anno. Le rivalutazioni future, invece, saranno tassate al 20% e non al 26% mentre alla prestazione finale si applicherà una ritenuta fiscale tra il 15 e il 19%.
Ottima, poi, l’alternativa del Fondo pensione che l’azienda mette a disposizione dei contribuenti. Da piano aziendale vengono versati dei contributi su un conto individuale del lavoratore aderente nonché i rendimenti maturati durante gli anni. Sono sempre di più i dipendenti che scelgono di usare il Fondo pensione come alternativa al Trattamento di Fine Rapporto. Occorre solamente considerare che ogni investimento dovrà produrre una rendita utile, poi, al momento del pensionamento.
In conclusione, una pensione integrativa è lo strumento per iniziare a costruire oggi un futuro qualitativamente migliore e arrivare con sicurezza alla pensione.