Ci sono importanti novità che riguardano il superbonus al 90%. Ora aumentano i limiti rendendolo sempre meno accessibile.
Il superbonus al 90% è una detrazione fiscale che permette di accedere ad un grosso sconto sugli interventi di efficienza energetica e rischio sismico. L’agevolazione fiscale in questione è indirizzata in favore delle persone fisiche che possiedono un’unità immobiliare, usata come abitazione principale.
Per avere diritto a quest’importante agevolazione è necessario avere un reddito complessivo che non sia superiore a 15.000€ e godere di un reale diritto di godimento sulla proprietà sottoposta ad intervento di ristrutturazione.
Le tre più importanti novità che riguardano il Superbonus al 90% prevedono cambiamenti che fanno riferimento:
- agli edifici unifamiliari
- agli interventi di ristrutturazione riqualificazione energetica effettuati sui condomini
- allo stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura.
Tuttavia, di recente è stata introdotta un’altra importante limitazione che ridurrà ulteriormente la platea dei beneficiari della suddetta detrazione fiscale.
Nuovo Superbonus: quali sono i limiti che sottoposti a modifica
Per il superbonus al 90% ora scatta l’obbligo del cambio di residenza. Si tratta di un nuovo limite che ridurrà il numero dei soggetti che potrà accedere alla detrazione fiscale, prevista per i lavori di riqualificazione energetica sugli immobili.
In sostanza, è necessario che l’edificio, sottoposto a ristrutturazione, sia adibito ad abitazione principale del soggetto che ha richiesto la detrazione fiscale.
Affinché questo requisito venga rispettato è necessario effettuare il cambio di residenza entro la fine dei lavori di ristrutturazione.
In base a quanto stabilito dall’Agenzia delle entrate, con l’interpello numero 377 del 10 luglio 2023, la condizione di residenza del contribuente e dei suoi familiari nell’immobile oggetto e ristrutturazione deve essere verificata al termine dei lavori.
Quindi all’inizio degli interventi di riqualificazione energetica non è necessario che l’immobile sia già adibito ad abitazione principale.