La compagnia assicurativa Poste Vita del gruppo Poste Italiane riceve una sanzione. Ecco il motivo ma non è la sola.
Poste Italiane è un’azienda attiva nei servizi postali, finanziari, di telecomunicazioni, di bancoposta. Alle spalle ha una lunga storia (160 anni) di successi con incredibili numeri: più di 12mila uffici postali; 120mila dipendenti; 35 milioni di clienti.
Colloca libretti e buoni fruttiferi postali strumenti di risparmio emessi da Cassa depositi e prestiti, con la garanzia dello Stato. Inoltre, ha il controllo di alcune società, tra le quali il gruppo assicurativo Poste Vita che si divide, a sua volta, in due società: la prima “Poste Vita”, dedicata al ramo Vita e la seconda “Poste Assicura”, dedicata al ramo Danni.
Sanzione per Poste Vita e altre aziende: ecco i motivi
A luglio IVASS, Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni ha sanzionato Poste Vita per 1,8 milioni di euro per la carenza nella gestione dei rischi finanziari.
Tra le altre irregolarità riscontate, si segnala anche la mancata tutela dei diritti dei cittadini che hanno sottoscritto investimenti tramite fondi multi-asset. In particolare, l’IVASS segnala le seguenti irregolarità:
- processo di distribuzione dei dividendi, l’attività di indirizzo e il monitoraggio dell’operatività in derivati;
- controllo della corretta valorizzazione degli strumenti finanziari sottostanti;
- carenze nel processo di definizione del Risk Appetite Framework;
- mancato utilizzo di stress test basati sul “peggiore caso possibile”.
Nel Bollettino di Vigilanza del 31 agosto 2023 è pubblicato il provvedimento sanzionatorio numero 179636 del 25 luglio. Tuttavia, nel provvedimento si precisa che “le misure previste dal Piano di Rimedio presentato all’impresa per superare le irregolarità sono state completate”.
Però, Poste Vita non è l’unica azienda a essere sanzionata. Infatti, a luglio IVASS ne ha multate altre due: Intesa Sanpaolo Assicura e Aioi Nissay Dowa Ins. Co. of Europe. La sanzione per queste aziende è di 10mila euro ciascuna. La motivazione: “tardiva trasmissione alla banca dati SITA-ATRC degli attestati di rischio”.