Quali sono i dettagli da sapere sul fondo pensione, alcuni aspetti a proposito della scelta e come variare la scelta fatta
Non si tratta di una decisione facile, quella legata all’adesione ad un fondo pensione per la costruzione di una rendita integrativa, dal momento che occorre approfondire rischi, rendimenti, ma anche costi della gestione e sconti fiscali.
L’aspetto centrale riguarda il rendimento del fondo pensione che si lega senz’altro ai rischi ed esso legati in merito alla linea di investimento prescelta.
Una resa maggiore riguarda i comparti azionari, che risultano essere anche quelli dal maggior rischio, mentre i fondi che presentano la componente azionaria e obbligazionaria sono maggiormente bilanciati, spiega Investireoggi, e ad essi si associa una resa minore.
Poi vi sono anche i fondi “garantiti”, con l’investimento del denaro in titoli statali ed obbligazioni breve termine, con rischi minimi e rendimenti più bassi.
La decisione è dei lavoratori che vogliono destinare il Tfr al fondo pensione di categoria oppure aperto, e il tutto dipende da quanto si è propensi al rischio, nonché all’obiettivo prefisso quando si giungerà al pensionamento.
Occorre tener a mente quello che è il rendimento del Tfr lasciato in azienda in merito al fondo pensione. Qualora questo, sicuro ed indicizzato all’inflazione, rendesse più del fondo, non sarebbe consigliabile la sottoscrizione di forme di previdenza integrativa a minor resa.
Si può uscire da un fondo pensione cambiando comparto? I dettagli
Potrebbe capitare di aver scelto, o di aver ricevuto un consiglio e poi rendersi conto di aver fatto una sbaglio nella decisione del fondo pensione, qualora le cose non vadano bene.
Un esempio, spiega Investireoggi, riguarda i lavoratori che avevano nel 2022 investito il TFR nelle linea azionare ed obbligazionari, vedendo poi i rendimenti crollare del dieci per cento medio, in virtù dell’inflazione.
Al contrario, c’è stato dopo circa 10 anni in cui era stato dimenticato e mal considerato in relazione alla poca resa al confronto dei fondi pensione, il ritorno del Tfr con un rendimento maggiore dell’otto per cento, si legge.
Chi si rendesse conto dell’eventuale sottoscrizione ad un comparto errato, potrebbe variare la destinazione del denaro nel corso del piano d’accumulo, in ragione del fatto che il rendimento non sia quello che ci si attendeva e poiché i costi di gestione siano troppo elevati, rosicchiando il guadagno.
Occorre però tenere presente una regola. Ovvero, la variazione da uno ad un altro comparto del fondo cui si appartiene non può aver luogo che dopo 2 anni dalla sottoscrizione. Perciò occorre cautela ed attenzione quando lo si sceglie.
La sola eccezione riguarda il cambio del datore di lavoro e l’inerente adesione al fondo pensione, e in tale casistica sarebbe possibile spostare anche prima dei 2 anni versamenti fatti da una parte, in assenza di costi, all’interno del nuovo fondo negoziale con la nuova decisione del comparto.
Questi alcuni dettagli ma è bene ed opportuno consultare gli esperti del campo per approfondire la tematica.