Nella ricetta medica sono indicate numerose informazioni, utili per l’assistito e per la realtà che eroga il servizio.
Tra le informazioni presenti nella cosiddetta “ricetta rossa” troviamo anche i tempi d’attesa, ma sono contraddistinti da una specifica sigla. La sigla sta a figurare la decisione del medico che ha prescritto un determinato esame/visita/ricovero inerente ai tempi di attuazione degli stessi.
Come sappiamo, tramite il SSN, il Servizio Sanitario Nazionale, un cittadino può ottenere esami diagnostici, visite specialistiche, ricoveri ospedalieri per approfondimenti e/o interventi e altri tipi di trattamenti sanitari.
A volte però si possono verificare dei disguidi, perché la visita o altra prestazione può essere disponibile dopo molto tempo. E ciò ovviamente non è un bene per la salute del paziente.
Come funzionano i tempi di attesa e cosa controllare nella ricetta medica
Quando un cittadino ha bisogno di prenotare un esame si reca dal medico e poi al CUP, sia telematico che presso le strutture abilitate.
In genere è l’operatore che elenca le date disponibili, e purtroppo in Italia è nota la lunga attesa che spetta agli assistiti. In alcuni casi, però, non si può aspettare troppo, perché una visita rimandata a lungo potrebbe non permettere una diagnosi tempistica e di conseguenza il cittadino rischia letteralmente la salute.
Ecco perché esiste a questo proposito un Piano nazionale, concordato tra Governo e realtà territoriali, al fine di garantire ai cittadini le prestazioni utili e nei tempi congrui. Le priorità sono stabilite da apposite sigle, che il medico di famiglia appone sulla ricetta medica, in modo da offrire al suo assistito il servizio necessario a tutelare la sua salute.
La prenotazione sarà garantita velocemente, dunque, se nella casella dedicata alle sigle sui tempi di attesa si trovano alcune delle seguenti lettere:
- lettera U: se il medico scrive questo codice il paziente deve essere visitato al massimo entro 72 ore;
- con la Lettera B, invece, la tempistica è sempre breve e non si superano i 10 giorni;
- la lettera D indica invece una prestazione che può essere erogata anche entro 1 o 2 mesi;
- se troviamo nella ricetta la lettera P significa che non c’è urgenza e l’assistito potrà effettuare la visita o il trattamento entro 180 giorni al massimo;
- infine, se nella ricetta medica non è segnata alcuna lettera verrà automaticamente considerata come priorità P, cioè l’ultima della lista.
Esiste un codice anche nel caso in cui il paziente debba essere ricoverato in ospedale. Nella ricetta, dunque, potranno comparire le seguenti lettere:
- lettera A – significa che il paziente non dovrà attendere più di 30 giorni per accedere alla struttura e operarsi;
- lettera B – il ricovero potrà avvenire entro 60 giorni;
- lettera C – il paziente sarà assistito e ricoverato entro un tempo massimo di 180 giorni;
- infine, con la lettera D si stabilisce che il paziente potrà essere operato entro 1 anno.