I clienti di Poste Italiane devono saper riconoscere gli sms truffa per non cadere nel raggiro e perdere i propri soldi.
Se si cade nella truffa telematica si ha diritto ad un rimborso dei soldi persi? La risposta potrebbe non piacere.
In redazione abbiamo ricevuto un quesito. “Sono caduto in una truffa. Ho ricevuto un sms da InfoPoste con segnalazione di un prelievo anomalo sulla mia carta. Ho cliccato sul link e compilato un modulo (pensavo fosse realmente di Poste Italiane) con i miei dati personali. Il saldo sulla mia carta è sceso da 224 a 4 euro. Mi è comunque concesso il rimborso oppure no visto che è come se avessi dato intenzionalmente i miei dati a persone sconosciute?“.
I possessori di una carta PostePay sono tra le vittime preferite dei cyber criminali. Cadono nel raggiro e poi denunciano l’accaduto chiedendo un rimborso delle somme rubate. Molto spesso tale rimborso viene loro negato.
Il motivo è semplice. Se il proprietario della carta dà i propri dati a persone sconosciute seppur involontariamente non avrà diritto al rimborso. Si è trattata di una sua negligenza e, di conseguenza, non otterrà indietro i suoi soldi a meno che i truffatori non vengano individuati e arrestati.
Vale anche per l’arrivo di messaggi trappola realizzati talmente bene che distinguerli da veri sms InfoPosta è difficile? Riconoscendo la non volontarietà della consegna dei dati personali il rimborso potrebbe essere accordato.
I passaggi da seguire per cercare di recuperare i soldi sono
- bloccare la PostePay immediatamente contattando l’800 003 322 (02 82 44 33 33 per chiamate dall’estero),
- fare la denuncia alla Polizia Postale, ai Carabinieri o alla Polizia consegnando la lista dei movimenti,
- recarsi in Posta per avviare la richiesta di rimborso. C’è un preciso modulo da compilare a cui allegare la documentazione richiesta (il numero della carta bloccata, la fotocopia della denuncia, la lista dei movimenti segnalando qual è l’operazione compiuta dai criminali informatici),
- scrivere una nota sul modulo in cui si spiega il motivo della domanda di rimborso, l’importo sottratto e la data in cui la truffa si è compiuta.
La documentazione si dovrà spedire a Poste Italiane in forma cartacea o via PEC. L’azienda valuterà la richiesta e deciderà in base alla volontarietà o meno riscontrata se concedere o meno il rimborso.
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