Permessi 104 se non usati correttamente, cosa si rischia e chi controlla?

I permessi 104 sono disciplinati da una rigida normativa. Se il dipendente la infrange rischia grosso. Scopriamo di più. 

Il lavoratore dipendente ha diritto a tre giorni di permesso al mese per assistere un familiare con disabilità grave.

Permessi 104 cosa rischia chi non segue le regole
I controlli sui permessi 104 – Informazione oggi.it

I permessi Legge 104 vengono concessi a condizione che il lavoratore si occupi di un familiare con invalidità. Significa che invece che andare a lavoro dovrà assistere e prendersi cura del disabile durante tutta la giornata. Sono permesse delle brevi pause, naturalmente, ma la maggior parte del tempo si dovrà spendere per l’assistenza della persona con una disabilità grave.

Non è necessario restare tutto il tempo con il disabile. Si potrà andare a fare la spesa per lui/lei, andare a pagare le bollette, fare le pulizie ed è anche concesso riposarsi una mezz’ora sulla panchina di un parco – ad esempio. Non si può andare a cena con gli amici, in gita fuori porta, in palestra. Insomma, non è consentito l’uso dei permessi per finalità estranee a quelle di cura del disabile.

I furbetti che sfruttano l’agevolazione per passare una giornata “liberi” dal lavoro rischiano grosso. Il comportamento è sanzionabile da parte del datore di lavoro nonché dall’INPS visto che è l’ente a pagare la retribuzione.

Il datore di lavoro può intraprendere una procedura di contestazione disciplinare, irrogare sanzioni quali l’ammonizione scritta, la sospensione del lavoro ma anche il licenziamento per giusta causa. L’azienda può richiedere anche un risarcimento danni per l’assenza ingiustificata del dipendente.

L’INPS, dal canto suo, procederà con la revoca del diritto di fruizione dei permessi 104 e con il recupero delle somme erogate. Sotto i 3.999,96 euro si applica una sanzione amministrativa da 5.164 a 25.822 euro. L’ente può anche decidere di denunciare il lavoratore per truffa ai danni dello Stato (il reato prevede la reclusione da sei mesi a tre anni).

I controlli possono essere effettuati sia dall’INPS stesso che dal datore di lavoro. Questo è autorizzato ad assumere un investigatore nel caso avesse dubbi sulle attività del dipendente durante i giorni di permesso. Una volta ottenute le prove dell’illecito potrebbe procedere con le sanzioni secondo quanto previsto dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro.

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