Gli e-commerce offrono tante modalità di pagamento ma bisogna prestare attenzione ai venditori che chiedono il pagamento con la PostePay.
Un lettore ci ha inviato un quesito raccontandoci la sua esperienza. Gli acquisti nei negozi online sono generalmente sicuri, e la carta ricaricabile è considerata un metodo di pagamento altrettanto sicuro.
Purtroppo non sempre è così. Ecco cosa è successo al nostro lettore e quali sono i consigli della Polizia Postale per evitare di incorrere in una truffa e come denunciare l’accaduto.
Comprare online ed effettuare il pagamento con la PostePay, ecco gli errori da evitare per non incorrere in truffe
Riportiamo la testimonianza di un utente che si è fidato del negozio online dove ha comprato un paio di scarpe, e soprattutto del fatto che usare la PostePay potesse tutelarlo.
“La mia esperienza è la seguente: qualche settimana fa ho acquistato delle scarpe da un venditore su internet. Il portale sembrava credibile, ma poi la transazione si è spostata su Instagram. Dopo l’acquisto dell’articolo ho effettuato la ricarica a favore di una PostePay dal tabaccaio, e mi sono sentito più sicuro: primo perché non ho dovuto utilizzare una mia carta, secondo perché ho così avuto il codice fiscale per risalire al proprietario. Però poi alla fine le scarpe non sono mai arrivate e il venditore non risponde più. È possibile fare una denuncia e riottenere i soldi?”
La situazione descritta sopra è purtroppo molto frequente; dei falsi venditori chiedono il pagamento della merce su carca ricaricabile, come una PostePay, e addirittura nel caso del nostro lettore conducono le trattative su Instagram o su canali diversi dall’e-commerce.
La prassi è sempre la solita, e presenta lievi varianti. Il truffatore mette annunci di vari tipi di oggetti, simula una regolare compravendita e si fa pagare con una ricarica sulla sua PostePay. Quando il cliente non vede arrivare l’oggetto, comincia a chiedere spiegazioni ma il venditore o risponde che non ha responsabilità oppure sparisce.
Per prima cosa è sempre bene archiviare i messaggi scambiati col venditore, che servono a dimostrare di essere vittime di truffa. Poi è opportuno fare la denuncia ai Carabinieri o alla Polizia Postale, recandosi di persona negli uffici territoriali o tramite i portali ufficiali. Questo probabilmente non risolverà il problema, ma se il truffatore ha già delle segnalazioni potrà essere più facile intentare una causa. Singolarmente invece non conviene, viste le spese legali a cui si dovrebbe ovviare, e soprattutto non avendo la certezza di riavere i soldi indietro.
Se la compravendita è stata effettuata su portali come “subito.it” o “Kijiji” o simili, si può anche rintracciare l’annuncio e segnalarlo, cliccando sull’apposito tasto “segnala abuso/segnala annuncio”. Probabilmente sarà tardi e l’annuncio sarà già stato tolto, ma vale la pena tentare.
Per quanto riguarda la restituzione dei soldi, sarà molto difficile avere un rimborso da Poste Italiane. Infatti la ricarica a favore di un’altra carta PostePay è considerata come una “donazione” e inoltre il pagamento è stato effettuato consapevolmente. Ovvero, il rimborso spetta – ma non sempre – se la vittima riesce a dimostrare che i soldi sono usciti tramite estorsione.
Di per sé una transazione come la ricarica di una PostePay non ha alcun valore legale, al contrario ad esempio del bonifico bancario.
L’unico modo per non incorrere in truffe di questo genere è usare PayPal con associata una carta PostePay, e ovviamente diffidare dei venditori che accettano solamente questo metodo di pagamento. In caso di transazione non andata a buon fine, PayPal offre assistenza ai suoi clienti e la maggior parte delle volte, dopo aver tentato una mediazione col venditore, restituisce il denaro all’acquirente.
Raccontaci una truffa subita o se si ha il dubbio di vivere una situazione di raggiro o frode. Il team si avvale di Esperti che potranno consigliare cosa fare per tutelarsi. Inviare una mail con i propri dubbi o quesiti qui: Segnalazione truffe