In caso di morte del beneficiario dell’accompagnamento bisogno chiedere la revoca all’INPS, per evitare pesanti sanzioni. Qual è la procedura?
L’indennità di accompagnamento è una misura economica spettante agli invalidi civili totali che hanno bisogno di un’assistenza continuativa per lo svolgimento delle normali azioni quotidiane e che non sono in grado di deambulare in autonomia.
Per il 2023, il suo importo è pari a 527,16 euro.
Se muore il titolare dell’indennità di accompagnamento, gli eredi hanno l’obbligo di avvertire l’INPS o l’Ente erogatore della prestazione e mandare una comunicazione per consentire la sospensione del pagamento. La comunicazione deve essere corredata da un’autocertificazione attestante il decesso.
Tale operazione va compiuta in maniera tempestiva, altrimenti sorge l’obbligo di restituzione delle somme indebitamente percepite e, in alcuni casi, potrebbero esserci delle gravi conseguenze legali.
Se, però, il titolare dell’accompagnamento muore poco prima dell’accredito delle somme sul conto e i parenti non hanno il tempo materiale per provvedere alla comunicazione, non vengono inflitte sanzioni se le somme vengono restituite.
Nell’ipotesi di accredito su conto bancario o postale, spetta alla banca o alle Poste provvedere allo storno del denaro.
Se il contribuente muore dopo l’emissione della prestazione ma prima del suo accredito effettivo, allora non sorge alcun obbligo di restituzione.
Nel caso in cui, invece, il decesso avvenga nel mezzo del mese di pagamento, la restituzione dovrà essere solo parziale e riguarderà esclusivamente i giorni in cui il titolare del sussidio non era più in vita.
Comunicazione del decesso del titolare di indennità di accompagnamento: quali dati devono essere specificati?
La comunicazione da inviare all’INPS (o al diverso Ente erogatore della prestazione) per chiedere la revoca dell’indennità di accompagnamento a causa della morte del titolare deve contenere una serie di informazioni. Nel dettaglio:
- nome e cognome del titolare deceduto;
- luogo e data di nascita del titolare;
- indirizzo al momento della morte;
- codice fiscale del titolare deceduto;
- numero di pensione;
- luogo, data e ora della morte;
- dati anagrafici (nome, cognome, data e luogo di nascita, luogo e indirizzo di residenza, codice fiscale e grado di parentela) dell’erede che dichiara il decesso;
- richiesta di cessazione della corresponsione della prestazione al defunto;
- luogo, data e firma del richiedente.
Ricordiamo, infine, che l’indennità di accompagnamento è sospesa se il titolare viene ricoverato per almeno 30 giorni presso una struttura pubblica con retta a carico dello Stato o di un Ente pubblico. Per periodi di ricovero di breve durata o per i day hospital, invece, la sospensione non trova applicazione.