La normativa sulle visite fiscali dovrà essere modificata. Nello specifico dovranno cambiare le fasce di reperibilità per i dipendenti del settore pubblico.
Liete notizie per gli statali che non dovranno più attende una visita fiscale durante la maggior parte della giornata. Cosa sta accadendo?
Quando il lavoratore dipendente è in malattia l’INPS o il datore di lavoro può inviare presso il domicilio del dipendente un medico per effettuare una visita fiscale. Il fine è verificare che la veridicità di quanto affermato dal lavoratore e dal medico di base che ha rilasciato il certificato medico attestante una malattia. I controlli sono volti a verificare che il dipendente non svolta altre attività che possano ritardare o pregiudicare la guarigione.
Il dipendente dovrà restare a casa durante delle fasce orarie di reperibilità. Il domicilio dovrà essere quello indicato nell’attestato di malattia. Se il medico non dovesse trovare il lavoratore presso l’abitazione, quest’ultimo dovrebbe recarsi il giorno seguente presso un ambulatorio per sottoporsi a visita e giustificare la sua assenza. Gli orari di reperibilità sono al momento differenti tra settore pubblico e privato. Nello specifico gli statali sono più svantaggiati avendo più ore di reperibilità. Presto le cose cambieranno.
Visite fiscali, i nuovi orari per gli statali
Il TAR del Lazio con una sentenza stravolge la normativa che disciplina le fasce orarie di reperibilità delle visite fiscali. Ha dichiarato incostituzionale la differenza di trattamento tra dipendenti pubblici e privati.
I primi devono essere reperibili dalle ore 9.00 alle 13.00 e dalle ore 15.00 alle 18.00 anche nei giorni festivi e non lavorativi. I secondi, invece, hanno l’obbligo di reperibilità solamente dalle 10.00 alle 12.00 del mattino e dalle 17.00 alle 19.00 del pomeriggio.
Sette ore contro quattro, una disparità inammissibile secondo il TAR del Lazio. La differenza non è giustificata perché va contro l’Articolo tre della Costituzione italiana che prevede l’uguaglianza tra i cittadini. Tale discriminazione di trattamento, dunque, deve essere corretta e le fasce orarie devono diventare uguali per statali e dipendenti privati.
C’è dell’altro. Secondo il Tribunale i controlli rafforzati e ripetuti sembrano voler dissuadere i lavoratori dal ricorso al congedo per malattia violando la tutela stabilita dall’Articolo 32 della Carta Costituzionale.
In conclusione, il Decreto che diversifica le fasce di reperibilità viene annullato per effetto della sentenza del TAR del Lazio e la normativa dovrà essere modificata per adattarsi alle nuove disposizioni del Tribunale. Niente più discriminazione per gli statali che vedranno scendere da sette a quattro ore il tempo giornaliero di reperibilità quando sono in malattia.