Dal momento dell’inoltro della domanda di pensionamento alla decorrenza del primo rateo pensionistico si può continuare a lavorare?
Un dubbio attanaglia numerosi lavoratori pronti ad andare in pensione ma dubbiosi sulla possibilità di lavorare nella finestra di decorrenza.
Il sistema previdenziale italiano prevede le finestre mobili ossia un meccanismo che fa slittare la decorrenza della pensione. Significa che tra il momento in cui si maturano i requisiti di pensionamento e il pagamento del primo assegno passano dei mesi.
La durata del differimento è variabile in base allo scivolo scelto per lasciare il lavoro. La finestra mobile non si applica solamente per la pensione di vecchiaia, la pensione anticipata contributiva, la pensione di vecchiaia contributiva (71 anni di età e cinque anni minimo di contributi), la pensione di vecchiaia per i lavori gravosi (66 anni e sette mesi di età più 30 anni di contributi), l’APE Sociale e la pensione per i lavori usuranti. Per tutte le altre misure, invece, è prevista una finestre mobile più o meno lunga (anche di un anno o più). Durante questo periodo si può continuare a lavorare?
Finestra di decorrenza e lavoro, quando è possibile
La normativa è molto chiara. Durante la finestra mobile, prima della decorrenza della pensione si può continuare a lavorare ma non è obbligatorio per tutte le forme previdenziali.
Scegliendo di non lasciare il lavoro si eviterà di avere periodi scoperti da contribuzione e da pensione. Periodo che possono essere anche molto lunghi. Per la pensione anticipata è prevista una finestra di decorrenza di tre mesi. Per Quota 103 l’attesa è di sette mesi nel privato e nove mesi nel settore pubblico. Opzione Donna prevede una finestra mobile di 12 mesi per le dipendenti e di 18 mesi per le lavoratrici autonome mentre la pensione per i precoci ha un’attesa di tre mesi.
Chi sceglie di ritirarsi e non continuare a lavorare non dovrà preoccuparsi per l’importo della pensione. L’assegno sarà “pieno” avendo maturato il diritto al pensionamento. Ecco perché la scelta di continuare o meno a lavorare è del tutto personale.
Concludiamo con una precisazione che riguarda l’APE Sociale. L’accesso alla misura è permessa ai caregiver da almeno sei mesi, agli invalidi al 74%, agli addetti alle mansioni gravose e ai disoccupati. Ebbene, questi ultimi non potranno lavorare nel periodo che intercorre tra la domanda di pensionamento e la decorrenza del trattamento. Devono risultare disoccupati, infatti, o la domanda di pensione non avrà senso. Perciò fino a che l’istanza non verrà accettata e il primo assegno corrisposto non sarà possibile lavorare andando in pensione con l’APE sociale da disoccupato.