La pensione a 64 anni sarà ancora possibile nel 2024 ma per meno lavoratori. Una modifica allo scivolo, infatti, rende il traguardo sempre più lontano.
La Manovra 2024 complica l’uscita dal mondo del lavoro a 64 anni per i contributivi puri mentre facilita quella a 67 anni. L’obiettivo è chiaro, evitare che i lavoratori scelgano le pensioni anticipate.
Come andranno in pensione i lavoratori nel 2024? I cambiamenti sono poco e riguardano le pensioni anticipate. Nulla varia in relazione alla pensione di vecchiaia, alla pensione anticipata ordinaria e alla pensione per i precoci mentre importanti modifiche toccheranno le tre misure in scadenza il 31 dicembre 2023.
Quota 103 allungherà le finestre temporali e introdurrà per tutti il sistema di calcolo contributivo. L’APE Sociale e Opzione Donna diventeranno complementari facendo riferimento ad un unico fondo e consentiranno l’uscita dal mondo del lavoro a 63 anni di età e con 36 anni di contributi per tutte le categorie (35 anni per le lavoratrici). Cambia anche la pensione anticipata ordinaria per i contributivi ossia coloro che hanno iniziato a versare contributi dopo il 31 dicembre 1995.
Più difficile il pensionamento a 64 anni per i contributivi
La pensione anticipata contributiva permette il pensionamento al compimento dei 64 anni di età e con 20 anni minimo di contribuzione maturata. C’è, poi, un’altra condizione chiave. Aver raggiunto – ad oggi – una pensione di 2,8 volte l’assegno sociale.
Un obiettivo difficile da centrare per tanti lavoratori con stipendi medio-bassi o pochi anni di contributi. Si tratta di aver raggiunto una pensione di 1.409,156 euro dato che nel 2023 l’importo dell’assegno sociale è di 503,27 euro. Ebbene nel 2023 la possibilità di pensionamento sarà ancora più complicata perché il tetto minimo viene alzato fino a 3,3 volte l’assegno sociale.
Significa che potranno andare in pensione a 64 anni di età solo i lavoratori con un assegno pensionistico superiore a 1.660,791 euro. Duecento euro in più rispetto al traguardo attuale già raggiungibile con fatica. Il prossimo anno diventerà quasi impossibile per una larga fetta di possibili beneficiari. La possibilità diventa ancora più remota se aggiungiamo che l’importo dell’assegno sociale per il 2024 potrebbe essere più alto. Salirebbe ancora il tetto minimo da raggiungere, toccando o superando quota 1.700 euro.
Allo stesso tempo, però, il Governo toglie la condizione analoga per la pensione di vecchiaia rivolta ai contributivi. Parliamo del tetto minimo di 1,5 volte l’assegno sociale. Questo viene cancellato consentendo anche ai contributivi puri il pensionamento a 67 anni di età e con venti anni di contributi senza altri requisiti aggiuntivi. Una spinta verso la rinuncia alle pensioni anticipate.