Opzione Donna ci sarà anche nel 2024 ma con alcune modifiche rispetto alla formula attuale. La platea delle beneficiarie sarà più ristretta.
Meno lavoratrici potranno andare in pensione con Opzione Donna. Cambierà, infatti, il requisito anagrafico.
Tre misure sono in scadenza il 31 dicembre 2023, Opzione Donna, Quota 103 e l’APE Sociale. La Legge di Bilancio 2024 ha confermato tutti e tre gli scivoli ma con modifiche. Quota 103 risulta particolarmente svantaggiata dai cambiamenti. Il pensionamento rimane a 62 anni di età con 41 anni di contributi ma si allungano le finestre temporali. Saranno di sette mesi per i dipendenti privati e nove mesi per i lavoratori del settore pubblico. In più Quota 103 vedrà calcolare l’assegno pensionistico unicamente con il sistema contributivo con conseguente riduzione dell’importo per chi ha contributi maturati prima del 1996.
L’APE sociale rimarrà attiva ma l’età di pensionamento salirà a 63 anni e cinque mesi. Inoltre i lavori gravosi aggiunti dalla Legge 234/2021 spariranno. Si tornerà a quindici categorie ammesse escludendo gli insegnanti di scuola primaria e secondaria, gli artigiani, i magazzinieri. Infine Opzione Donna, la misura riservata alle lavoratrici ci sarà anche nel 2024 con una modifica che non è quella sperata.
Chi potrà andare in pensione con Opzione Donna
Tutti coloro che speravano in un passo indietro del Governo con un ampliamento delle categorie beneficiarie di Opzione Donna rimarranno delusi. La misura continuerà a rivolgersi unicamente alle caregiver da almeno sei mesi, alle invalide con percentuale pari o superiore al 74% e dalle disoccupate.
A cambiare sarà il requisito anagrafico. Non più 60 anni per le lavoratrici senza figli, 59 anni per le donne con un figlio e 58 anni per coloro che hanno due o più figli. La soglia sale di un anno arrivando a 61 anni per chi non ha figli, 60 anni per chi ha un figlio e 59 anni per chi ha minimo due figli.
L’anzianità contributiva, invece, rimarrà la stessa, 35 anni di contributi maturati. Le indennità di disoccupazione NASPI e DIS-COLL, i contributi per la malattia e i periodi di contribuzione per assistenza al figlio fino al compimento dei sei anni non sono conteggiabili per il raggiungimento dei 35 anni di contribuzione.
Rimane, poi, la penalizzazione di Opzione Donna. L’assegno si continuerà a calcolare con sistema contributivo pur avendo maturato contributi prima del 1° gennaio 1996. Il taglio dell’importo sarà compreso tra il 10 e il 30% in base agli anni di contributi versati entro il 31 dicembre 1995. Più sono numerosi, maggiore sarà la riduzione dell’importo. Tale differenza andrà pian piano azzerandosi considerando che sempre meno lavoratrici avranno accumulato contributi prima del 1996.