Di recente su WhatsApp sono comparse nuove funzionalità: oggi si possono inviare foto e audio effimeri, ma non tutti apprezzano.
L’app di messaggistica/social più famosa sta suscitando ancora grande interesse ma anche scatenando molte polemiche. Le ultime in ordine cronologico riguardano la funzionalità “effimera” per foto e file audio, o messaggi vocali che dir si voglia.
Da una parte l’applicazione di Meta ha offerto sempre più servizi ai suoi utenti, e in qualche modo ha sopperito alla concorrenza con l’altra app tra le più utilizzate al mondo, ovvero Telegram. Ma dall’altra ha innescato disappunto tra alcune categorie di utenti che si sentono “minacciati” proprio dalle recenti novità introdotte su WhatsApp.
Cosa sono le immagini e gli audio effimeri, come si attivano e perché stanno diventando uno scandalo
Sappiamo che Meta cerca di soddisfare le ampie esigenze dei suoi utenti, e in particolar modo inerenti la privacy. Per questo motivo oggi sono disponibili – oltre ai messaggi effimeri – anche le immagini, video e foto che si autodistruggono.
Il funzionamento è semplice: un utente può inviare un’immagine, un messaggio vocale o altro contenuto con la funzione “visualizza una volta”. Il destinatario riceve il messaggio, lo apre, vede la foto o ascolta l’audio, e poi il messaggio scompare. Dopo la prima visualizzazione il destinatario non potrà guardare/ascoltare di nuovo, non potrà inoltrare il messaggio e nemmeno condividerlo.
Il mittente se vuole inviare i messaggi di questo tipo deve impostare la funzione di volta in volta, quindi ha ampia libertà di scelta. Inoltre il mittente riceve una notifica che indica se il messaggio è stato aperto oppure no.
Questa funzionalità può essere molto utile perché i contenuti multimediali non vengono archiviati e dunque si risparmia notevole spazio. La privacy è protetta perché il messaggio può essere visto solamente una volta, anche se è possibile registrare con un altro dispositivo, ma qui si entra in un contesto diverso, che concerne comportamenti scorretti.
La polemica invece si è concentrata sulle preoccupazioni dei “danni” che questo tipo di messaggi potrebbe fare, soprattutto se le persone li usano per tradire il partner. Molti hanno espresso sui social disappunto a tale riguardo, accusando Meta di voler incentivare l’infedeltà.
Bisogna però essere onesti intellettualmente e comprendere che Meta non ha certo interessi nei confronti delle dinamiche di coppia; piuttosto desidera offrire dei servizi per attirare più utenti e dunque guadagnare di più. L’utilizzo dell’app di messaggistica è una responsabilità della persona e non certo del team di sviluppatori.
Non dobbiamo dimenticare, infatti, che oltre alla tecnologia possiamo usare la nostra capacità di pensiero e di giudizio, ed esercitare libertà di scelta. E infine comprendere che se manca la fiducia nel partner non c’è WhatsApp che tenga: la relazione è destinata a finire comunque.