Siete lavoratori stanchi che vogliono iniziare a godersi il meritato riposo? È il momento di conoscere come andare in pensione nel 2024 partendo dai requisiti da soddisfare.
Il sistema pensionistico italiano raccoglie numerose forme di pensionamento dedicata ai lavoratori. Ognuno potrà trovare l’opzione più congeniale in base agli anni di contributi maturati e all’età. Il primo passo per capire quando lasciare il mondo dal lavoro è conoscere le diverse opzioni da vagliare.
Sarà il 2024 l’anno giusto per andare in pensione? Sicuramente il pensionamento arriverà per meno lavoratori rispetto al 2023 considerando le restrizioni imposte dal Governo a diverse misure. La Manovra 2024, infatti, ha ritoccato diversi scivoli pensionistici limitando la platea dei beneficiari. In generale il requisito anagrafico è aumentato per le pensioni anticipate prorogate ma gli svantaggi derivano anche da nuove condizioni introdotte che spingeranno i lavoratori ad evitare il pensionamento.
Gli scivoli per la pensione nel 2024
Iniziamo dalle tre misure prorogate dalla Manovra 2024, Quota 103, l’APE Sociale e Opzione Donna. Le condizioni di accesso a Quota 103 sono peggiorate seppur non è cambiato né il requisito anagrafico – 62 anni – né quello contributivo – 41 anni. Il Governo ha introdotto il sistema di calcolo contributivo togliendo quello misto e ha allungato le finestre di decorrenza fino a sette mesi per i dipendenti privati e nove mesi per quelli pubblici. In più l’importo della pensione non potrà superare i 2.394 euro fino ai 67 anni.
L’APE Sociale è rimaste pressocché la stessa tranne nel requisito anagrafico – aumentato a 63 anni e cinque mesi – e nella riduzione delle categorie riconosciute come occupazioni gravose. Si è ritornati a quindici sole categorie ammesse. Anche Opzione Donna è stata ritoccata con riferimento all’età di pensionamento. Nel 2024 le donne senza figli dovranno attendere 61 anni, quelle con un figlio 60 anni e chi ha due o più figli 59 anni.
Cambia anche la pensione contributiva a 64 anni di età con venti di contributi. Occorrerà aver maturato un assegno superiore a 3 volte l’assegno sociale per poter andare in pensione. Tanti lavoratori non soddisferanno tale requisito e dovranno attendere la pensione di vecchiaia per il pensionamento a 67 anni. Confermate senza modifiche la pensione anticipata ordinaria con 42 anni e dieci mesi di contributi (un anno in meno per le donne) e la pensione per i precoci (41 anni di contributi con un anno maturato prima dei 19 anni per le categorie dell’APE sociale).
Gli addetti alle mansioni usuranti e notturni potranno ancora lasciare il lavoro a 61 anni e sette mesi con 35 anni di contributi e quorum 97,6 mentre chi ha pochi anni di contributi (meno di 10 e più di 5) dovrà attendere i 71 anni per il pensionamento.