Circolare del 10 gennaio. Inps fa chiarezza sul mutamento al 2,5% degli interessi per ritardato pagamento di pensioni, TFR, TFS e contributi.
Importanti novità sul fronte previdenziale arrivano anche con riferimento agli interessi per ritardato pagamento di contributi, assegni pensionistici e trattamenti di fine rapporto. La relativa percentuale infatti scende, quasi a voler controbilanciare i recenti aumenti legati alla rivalutazione per inflazione e carovita.
Inps ha pubblicato un documento che fa il punto sull’aggiornamento dei tassi di interesse, a valere dal primo gennaio scorso. Di fatto il tasso di interesse per il ritardato pagamento di assegni, TFR, TFS e contributi è oggi dimezzato, passando al 2,5% dall’anteriore 5% – percentuale in vigore dal primo gennaio dello scorso anno. Vediamo più da vicino.
Tassi di interesse legali per ritardo pagamenti contributi all’Inps: aggiornamenti
Dopo un biennio di crescita consecutiva, calano da inizio anno gli interessi legali collegati al ritardo nei pagamenti dei contributi all’istituto di previdenza. Lo rende noto la circolare n. 5 Inps, avente ad oggetto il decreto del Ministro dell’Economia e delle finanze 29 novembre scorso, relativo alla “Determinazione del saggio degli interessi legali” e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 288 dell’11 dicembre scorso.
Come accennato in apertura, dal primo gennaio 2024 il saggio degli interessi legali, fissato al 5% poco più di un anno fa, scende al 2,5%. La circolare Inps n. 5 lo conferma e ribadisce, recependo di fatto il summenzionato decreto del MEF.
Non bisogna inoltre dimenticare che la legge odierna fissa quanto segue:
- il ministro può con decreto modificare la misura del saggio in oggetto
- sulla scorta del rendimento medio annuo lordo dei titoli di stato di durata non maggiore di 12 mesi, e considerato il tasso di inflazione registrato nell’anno
In ordine cronologico, la penultima modifica del tasso si ebbe alla fine del 2022, fase in cui il MEF indicò, per quanto attiene al 2023, l’aggiornamento del tasso di interesse al citato 5%.
Cosa cambia per datori e dipendenti?
Quali novità in concreto per aziende e lavoratori? Ebbene nel corso di quest’anno saranno meno pesanti le sanzioni inflitte per il ritardo nel versamento dei contributi previdenziali da parte di imprese e lavoratori.
In sostanza i contributi con scadenza di pagamento dal primo gennaio 2024 saranno oggetto di una maggiorazione pari al 2,5%. Mentre per i debiti già in essere alla citata data, la quantificazione degli interessi dovuti dovrà essere compiuta secondo i tassi e gli interessi legali vigenti alle rispettive decorrenze.
Cosa cambia per le pensioni?
Al contempo saranno meno ‘salati’ gli interessi sulle pensioni, prestazioni ed indennità versate dall’Inps agli aventi diritto, ma in ritardo rispetto alla prima data utile di decorrenza del trattamento. In altre parole, la variazione in ribasso del tasso legale avrà riflessi anche con riferimento al ritardo delle pensioni e delle prestazioni a carico di Inps – ad es. i TFR. Pertanto, al posticipato versamento delle prestazioni in scadenza dal primo gennaio scorso sarà applicato un interesse legale pari al 2,5%.
In quest’ottica va dunque letta la recente circolare Inps, che fa il punto sull’aggiornamento al 2,5% degli interessi per ritardato pagamento di assegni pensionistici, TFS e contributi previdenziali.