Regole del congedo di paternità inalterate dopo la legge di Bilancio 2024 o novità come per il congedo parentale? La situazione.
In queste settimane si è parlato molto delle novità in tema di congedo parentale, alla luce di quanto previsto nell’ultima manovra, ma cambia qualcosa anche per il congedo di paternità? Ebbene, lo chiariamo subito: la legge di Bilancio 2024 ha lasciato invariato questo istituto, confermando di fatto le regole già valevoli nel 2023.
Cogliamo allora l’occasione per ricordarle in sintesi, in quanto anche il congedo di paternità consiste in uno dei fondamentali diritti dei lavoratori. I dettagli.
Congedo di paternità 2024: il contesto di riferimento
Anche per quest’anno i neo genitori potranno contare sull’agevolazione data da 10 di assenza dal lavoro, in caso di nascita del figlio, ma anche in ipotesi di morte perinatale. In altre parole, anche nel 2024 i neo papà, dipendenti pubblici e privati, potranno occuparsi delle prime incombenze legate al lieto evento, continuando a percepire la retribuzione.
Si può beneficiare della pausa, con indennità che rispecchia al 100% l’importo dello stipendio, dai 2 mesi anteriori alla data presunta del parto fino ai 5 mesi posteriori alla nascita o dall’ingresso in famiglia in Italia in caso di adozioni, affidamento o collocamento temporaneo.
Attenzione allora a ben distinguere, in quanto se la manovra 2024 è intervenuta, lo ha fatto sul mero congedo parentale, che non va confuso con il congedo di paternità. Infatti il primo è mirato espressamente a costituire un periodo di astensione opzionale dal lavoro, per prendersi cura del bambino nei suoi primi anni di vita e per venire incontro ai suoi bisogni affettivi e relazionali. Il congedo parentale dal 2024 è esteso, entro particolari condizioni, e prevede l’attribuzione di un’indennità maggiorata.
Come detto, per i neo papà i giorni di astensione restano dieci come in passato: un diritto inalienabile del lavoratore pubblico o privato che però deve fare i conti con le tutele maggiori previste per le lavoratrici neo madri, che potranno avvalersi di ben cinque mesi di pausa retribuita. Ecco allora un ulteriore gap tra i sessi che andrebbe colmato con norme ad hoc.
La situazione attuale
La proposta da alcune parti politiche è quella di estendere il periodo di astensione per congedo di paternità ad alcuni mesi, e non soltanto vincolarlo ad alcuni giorni. Ciò nella finalità di equiparare le responsabilità genitoriali tra uomo e donna, favorire la parità di genere e la presenza delle donne nel mercato del lavoro. Vero è però che negli ultimi anni qualche miglioria è stata introdotta, se pensiamo che dal 2021 il congedo di paternità è passato dai 7 giorni ai 10, applicando una direttiva UE sul tema. Di specifico riferimento sul congedo di paternità è oggi l’art. 27 bis del d. lgs. n. 151 del 2001.
Non si può non menzionare altresì l’ulteriore estensione, che arriva fino a venti giorni in ipotesi di parto plurimo.
Da notare infine che la tutela non è ancora disposta dalla legge, per i padri lavoratori autonomi e quelli iscritti alla Gestione Separata e ciò invita a riflettere sull’utilità di nuove norme estensive.