La rivalutazione delle pensioni dovrebbe essere riformulata, con un adeguamento al tasso di inflazione del 5,7%. Cosa succederà ?
Anche quest’anno gli assegni pensionistici sono stati interessati dalla rivalutazione, cioè l’adeguamento degli importi al costo della vita.
In particolare, l’ISTAT aveva stabilito l’aliquota del 5,4%. Si trattava, tuttavia, di un dato soltanto provvisorio, determinato sul tasso di inflazione rilevato fino al mese di settembre e sulla stima di quello dell’ultimo trimestre del 2023.
Col nuovo anno, è sempre necessario verificare la correttezza del calcolo effettuato e accertare se l’inflazione registrata nei mesi precedenti sia giusta. Solo in questo modo, infatti, è possibile scoprire il tasso di rivalutazione definitivo.
Il tasso provvisorio serve a garantire l’adeguamento degli assegni pensionistici già dall’inizio del nuovo anno ma, se dovesse risultare maggiore di quello stimato, l’INPS provvederà al conguaglio per il riconoscimento della differenza per i mesi arretrati.
Questa situazione si è verificata proprio nel 2024. Quali saranno i nuovi importi e in che modo si procederà ?
Rivalutazione delle pensioni e conguaglio: quali sono gli importi spettanti?
Rispetto al tasso di rivalutazione provvisorio del 7,3%, a gennaio 2024 è stato riscontrato un tasso definitivo dell’8,1%. Di conseguenza, sarà predisposto un conguaglio dell’0,8% sulle pensioni.
Nelle scorse settimane, l’ISTAT ha, inoltre, dichiarato che i prezzi al consumo sono aumentati del 5,7% e, dunque, non è ancora chiaro se verrà confermata o meno la rivalutazione del 5,4%.
In ogni caso, il tasso di rivalutazione è superiore a quello stimato e sarà necessario un ricalcolo della rivalutazione, con relativo conguaglio per i pensionati, ai fini dell’attribuzione dei nuovi aumenti e degli arretrati.
Secondo quanto previsto dal Governo Meloni, tuttavia, la rivalutazione piena al 100% si applicherà esclusivamente alle pensioni di ammontare non superiore a 4 volte il trattamento minimo. Per gli altri assegni, invece, l’incremento seguirà le seguenti regole:
- pensioni tra le 4 e le 5 volte il trattamento minimo: rivalutazione all’85%;
- pensioni tra le 5 e le 6 volte il trattamento minimo: rivalutazione al 53%;
- pensioni tra le 6 e le 8 volte il trattamento minimo: rivalutazione al 47%;
- pensioni tra le 8 e le 10 volte il trattamento minimo: rivalutazione al 37%;
- pensioni superiori a 10 volte il trattamento minimo: rivalutazione al 22%.
Facciamo un esempio, per agevolare la comprensione del meccanismo appena descritto. Tizio percepisce una pensione mensile di mille euro. A gennaio avrà diritto a un aumento di 54 euro, a fronte dei 57 euro da calcolare in base al tasso di rivalutazione definitivo. Tramite il conguaglio, dunque, gli verranno attribuiti i 3 euro di arretrati per ciascuna mensilità del 2024. Su un assegno mensile di 2 mila euro, invece, la somma da recuperare sarà di 6 euro.
Da come si può notare, si tratta di cifre molto esigue e decisamente inferiori a quelle dello scorso anno.