Il 2024 per il personale scuola si apre con alcune novità che influenzeranno lo stipendio. Scopriamo di cosa si tratta.
Rispetto al 2023, quest’anno lo stipendio dei docenti e del personale ATA subirà delle modifiche a causa della mancata firma del contratto di comparto CCNL scaduto e non ancora rinnovato e dei pagamenti degli stipendi arrivati in ritardo dei docenti e ATA con supplenza breve.
Tutto ciò comporterà un effetto sulla busta paga che si differenzierà anche in base alla tipologia di personale, docente oppure ATA e alla posizione ricoperta, ruolo o precario. Conferme e novità che vedremo nel prossimo paragrafo.
Stipendio personale scuola: cosa cambia nel 2024
Il personale della scuola è in attesa del rinnovo del contratto CCNL Istruzione e Ricerca 2019/2021 previsto nei prossimi mesi, nel frattempo però il 2024 arriva con alcune novità.
A gennaio la data di accredito dello stipendio sarà martedì 23, ovvero i cedolini saranno versati in tempo anche se caricato con ritardo sulla piattaforma NoiPA, a causa di alcuni disservizi. I fortunati a ricevere lo stipendio in tempo saranno i docenti e il personale ATA assunti a tempo indeterminato o con supplenza annuale.
Invece, per i supplenti brevi le date di accredito sono il 18 e il 19 gennaio, ma lo stipendio potrebbe arrivare anche più tardi. Infatti, quest’anno alcuni docenti non hanno ancora ricevuto lo stipendio da settembre a dicembre 2023.
Un ritardo che, come abbiamo avuto modo di scrivere nell’articolo Supplenze brevi: busta paga di gennaio più ricca, dovrebbe essere ridotto grazie all’intervento del ministro dell’Istruzione e del Merito (MIM), Giuseppe Valditara. Comunque sia, la questione dei ritardi è al vaglio del governo il ministro Valditara chiamerà per un confronto anche il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti.
Numerose le novità che influenzeranno gli stipendi del personale della scuola:
- nuove aliquote IRPEF che sono state ridotte a 3: fino ai 28mila euro si applica il 23%, tra i 28mila e i 50mila l’aliquota è del 35%, oltre i 50mila l’aliquota diventa del 43%. Le nuove aliquote influenzeranno il reddito netto;
- bonus mamme lavoratrici a tempo indeterminato: potranno beneficiare di un esonero fino a 3mila euro sui contributi previdenziali dal secondo figlio in poi;
- taglio del cuneo fiscale del 6% per chi ha una retribuzione inferiore a 2.692 euro mensili, ovvero 35mila euro lordi annuali. Il taglio aumenta al 7% se il reddito non supera i 1.923 euro mensili (25mila euro lordi annui). Inoltre, il taglio non influenza il calcolo della tredicesima;
- indennità di vacanza contrattuale: il personale scolastico a tempo indeterminato ha già percepito tale indennità nella busta paga di dicembre 2023. Da gennaio e fino al rinnovo del contratto continueranno a percepire questa somma che sarà poi trattenuta nel prossimo aumento contrattuale. Invece, il personale precario riceverà l’indennità da gennaio 2024;
- una tantum per i docenti che rifiutano il trasferimento: infatti, in base al decreto 258/2022 il MIM ha identificato due categorie di personale: quelli che contribuisco alla continuità didattica e quelli che operano nelle scuole con compiti sociali, economici e culturali. Questi lavoratori riceveranno una somma netta e aggiuntiva che varia tra gli 868 e i 954 euro come incentivo per rimanere nelle loro attuali posizioni;
- aumenti CCNL 2019/2021: dopo l’approvazione definitiva del contratto di comparto ci saranno gli aumenti RPD e CIA e una somma una tantum di 63 e 44 euro per il personale docente e ATA in servizio nell’anno scolastico 2022/2023 e per i supplenti.