La NASPI cambia aspetto nel 2024 sia con riferimento agli importi dell’indennità che al limite reddituale da rispettare per continuare a ricevere il beneficio.
I lavoratori dipendenti che perdono il lavoro involontariamente possono richiedere la NASPI, l’indennità di disoccupazione. Vediamo a quanto ammontano le somme erogate mensilmente e se ci sono soglie reddituali da rispettare.
La NASPI è un importante strumento di sostegno al reddito che permette a chi perde il lavoro di ricevere una somma mensile in attesa di trovare un’altra occupazione. Il periodo massimo di erogazione della prestazione è di 24 mesi. Nello specifico la NASPI verrà corrisposta per un numero di settimane pari alla metà delle settimane contributive dei quattro anni precedenti la cessazione dell’attività lavorativa. Per ricevere il beneficio sarà indispensabile aver lavorato almeno per tredici mesi prima della disoccupazione e aver ricevuto una retribuzione superiore ai minimi settimanali.
Inoltre si richiede l’involontarietà della perdita del lavoro. Sono accettate le dimissioni per giusta causa, il licenziamento per motivi disciplinari, le dimissioni durante la maternità tutelata, la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro per rifiuto di un trasferimento o in seguito a conciliazione. Per evitare che i lavoratori si facciano licenziare per prendere la NASPI, il Ministero del Lavoro ha previsto che se il licenziamento scatta dopo cinque giorni di assenza ingiustificata dal lavoro l’indennità non verrà concessa.
Novità sull’importo NASPI e sui limiti reddituali
La normativa è rimasta esattamente la stessa nel 2024 rispetto gli anni precedenti. Requisiti, condizioni, durata, nulla è cambiato. Occorre considerare però che gli importi della NASPI saranno diversi perché c’è l’adeguamento all’inflazione dei dodici mesi precedenti. A breve l’INPS comunicherà le variazioni in un’apposita circolare che terranno conto dell’aumento legato all’inflazione del 5,7%.
Significa che la NASPI corrisponderà al 75% della retribuzione media per i primi 1.428,67 euro e al 25% della parte eccedente ma sotto i 1.553,72 euro. Si tratta solo di un’ipotesi fino a che l’INPS non indicherà i valori ufficiali. Un’altra novità riguarda i limiti per continuare ad ottenere la NASPI. Sappiamo che l’indennità può decadere o essere sospesa qualora il percettore inizi un’attività subordinata o autonoma in base a determinate soglie reddituali.
Nel 2024 la no tax area è salita a 8.500 euro per i lavoratori dipendenti e, di conseguenza, se si dovesse firmare un contratto di lavoro subordinato di durata inferiore a sei mesi con un reddito entro questa soglia allora si continuerebbe ad avere diritto alla NASPI pur essendoci la sospensione d’ufficio fino alla cessazione dell’attività. Nel 2023 il beneficio sarebbe decaduto.