Il bonus Maroni è attivo anche nel 2024 e permette di ricevere uno stipendio più alto, a patto di rinunciare al pensionamento.
Con l’avanzare dell’età lo Stato riconosce agli anziani e agli over 60 una serie di incentivi, bonus ed agevolazioni in vari campi. Basti pensare ai bonus come quelli sulla telefonia mobile over 60 con sconti, o ai canali agevolati di pensionamento oppure ancora all’esonero dal canone Rai. Inoltre, gli sconti per i trasporti pubblici e l’esenzione ticket per fattore anagrafico sono altri due esempi delle agevolazioni per la terza età. Ma l’elenco è potenzialmente molto lungo.
Le agevolazioni che abbiamo citato sono piuttosto note, ma ce n’è una che probabilmente sfugge ai più e di cui parleremo di seguito, ovvero il bonus Maroni.
Bonus Maroni 2024: di che si tratta in breve
Non conosciutissimo tra i più è il bonus Maroni, che non agevola il pensionamento bensì incentiva a restare al lavoro. Oggi il bonus Maroni è uno strumento che vale a favore sia dei lavoratori delle aziende, sia di quelli della PA. E’ un incentivo poiché consente di restare in servizio con un vantaggio, pur essendo siano stati conseguiti i requisiti d’accesso alla quota 103 (62 anni di età e 41 anni di contributi).
Ma qual è il vantaggio che scaturisce dalla scelta di non pensionarsi? Ebbene, se da un lato il lavoratore sgrava l’Inps in merito all’obbligo di versargli la pensione, dall’altro lo Stato – con il bonus Maroni – gli restituisce la possibilità di non dover accreditare i contributi a proprio carico, conseguendo così il corrispettivo di questi contributi direttamente in busta paga.
Il vantaggio sarà evidente perché il lavoratore potrà contare su una busta paga più sostanziosa.
Il bonus Maroni ha questo nome poiché prende le mosse da uno strumento già previsto ad inizio XXI secolo e restato in vigore fino al 2007. Era a firma dell’allora Ministro del welfare Roberto Maroni, ed era mirato a contenere le spese previdenziali. Proprio come lo strumento attuale.
Bonus Maroni 2024: quando termina l’agevolazione?
Più tempo al lavoro invece di andare subito in pensione, pur avendone i requisiti. Avvalendosi di uno stipendio più corposo. Questa è l’idea di base che sorregge il bonus Maroni, il quale però cessa:
- nel momento in cui si raggiunge il diritto alla pensione di vecchiaia
- quando lo stesso lavoratore decide di pensionarsi e non usufruire più del bonus Maroni in questione.
Attenzione però, in quanto con la rinuncia al versamento della contribuzione a suo carico, il dipendente sconterà una diminuzione dell’aliquota che finanzierà la pensione per il periodo coperto dal bonus Maroni. Di fatto dunque ne risentirà il suo futuro trattamento.