La visita fiscale impone al lavoratore di farsi trovare in casa a determinati orari durante l’assenza dal luogo di lavoro per malattia.
La visita fiscale non può diventare un incubo per i dipendenti. Quando i controlli sono eccessivi il lavoratore può accusare il datore di lavoro di accanimento. Ma se fosse l’INPS ha inviare il medico?
Tanti lavoratori ipotizzano un accanimento nei propri confronti se durante l’assenza per malattia il dottore della visita fiscale bussa troppo spesso alla propria porta oppure già dal primo giorno. Si tratta del datore di lavoro che non si fida oppure è l’INPS che invia ripetutamente e subito i controlli? Inutile chiederlo al medico incaricato di effettuare la visita, non può saperlo.
Lui non riceve tale informazione ma solo il nominativo della persona presso cui recarsi e anche se la ricevesse non potrebbe assolutamente riferirla al dipendente. Il dubbio non può essere sciolto nemmeno usufruendo del servizio INPS telematico “Consultazione certificati di malattia” dato che si possono leggere solo la prognosi e la tipologia di visita (ambulatoriale oppure no) ma non il nome di chi ha richiesto la visita fiscale, INPS o datore di lavoro.
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La visita fiscale è un accanimento del datore di lavoro?
Il lavoratore deve sapere che la visita fiscale ha un costo essendo i medici INPS pagati per ogni verifica compiuta. A pagare è l’INPS in caso di controllo automatico e il datore di lavoro se la richiesta parte dallo stesso. L’ente della previdenza sociale non ha assolutamente voglia di uscire inutilmente soldi. Manderà la visita fiscale solo sospettando seriamente in una finta malattia da parte del lavoratore. La segnalazione di possibile inganno è compiuta da un algoritmo che incrocia dati e previsioni di rischio.
Il datore di lavoro è disposto a sborsare soldi per ogni dipendente in malattia? Forse non per tutti ma se ha il sospetto di una truffa allora sì. Può capitare se il lavoratore si assenta un po’ troppo spesso, ad esempio, ma deve fare i conti anche con la reperibilità dei medici. In alcuni Comuni, infatti, si registra una grande carenza di personale medico per le visite fiscali. Tante richieste di controlli che materialmente non possono essere eseguite tutte. Rimane difficile, dunque, che un lavoratore lamenti un accanimento per troppe visite fiscali considerando i fatti citati. Se dovesse verificarsi è lecito ipotizzare che il datore di lavoro non si fidi del proprio dipendente.
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