Il debito pubblico preoccupa l’Italia nonostante il boom degli acquisti di BTP nel 2023. Cosa succederà ai rendimenti nel 2024.
A fine dicembre 2023 una ricerca di Bankitalia ha rivelato che il debito pubblico era cresciuto e continuerà a farlo anche nel 2024. Infatti, se a fine anni valeva 2.863 miliardi di euro, all’inizio del nuovo anno è aumentato di quasi 8 miliardi di euro: numero che ha allarmato gli esperti del settore finanziario.
Inoltre, secondo le intenzioni della Banca centrale europea (BCE) un nuovo taglio dei tassi di interesse arriverà solamente in estate (o nel corso del 2024). Di conseguenza, i rendimenti dei titoli di Stato in generale e dei BTP in particolare potranno essere meno allettanti. Gli italiani non acquisteranno più i BTP? È questa la domanda che esperti del settore si fanno.
BTP a rischio: nel 2024 i rendimenti potrebbero essere più bassi del previsto
Le previsioni del 2024 riguardo il debito pubblico e la strategia del governo sui BTP non sono più così positive come qualche settimana fa.
Ricordiamo che il governo Meloni aveva lanciato una sorta di campagna di offerta di BTP con lo scopo di finanziare l’indebitamento. La campagna era destinata soprattutto ai piccoli risparmiatori, ovvero agli investitori retail più fiduciosi nella solidità dello Stato.
Infatti, sono stati i piccoli investitori (diversi da quelli istituzionali o professionali) ad acquistare oltre 2mila miliardi di debito pubblico nel 2023. Due i motivi: l’aumento dell’inflazione e i rendimenti allettanti.
Tra l’altro, i piccoli risparmiatori scelgono le obbligazioni dello Stato sia per la tassazione agevolata del 12,50% sia per la possibilità di escludere fino a 50mila euro i titoli di Stato dall’ISEE (novità inserita nell’attuale legge di Bilancio).
Da qui, come abbiamo detto, la strategia del governo per incoraggiare i piccoli investitori a comprare i titoli di Stato italiani e sul loro esempio attirare anche gli investitori stranieri.
Tuttavia, l’improvvisa decisione della BCE di non tagliare i tassi di interesse – per ben due volte – e di rimandare un nuovo taglio all’estate 2024 potrebbe avere sui BTP un impatto devastante.
Ovvero, i rendimenti sui titoli di Stato potrebbero essere meno allettanti e quindi non solo c’è il rischio di allontanare gli investitori stranieri ma anche quelli italiani.
In conclusione, gli esperti prevedono che nel 2024 le sottoscrizioni di BTP, e degli titoli di Stato in generale, saranno inferiori rispetto al 2023. Anche perché i piccoli risparmiatori potranno orientarsi verso altri strumenti finanziari per evitare il rischio di perdita a causa della volatilità dei mercati.