I dati elaborati dalla Fondazione Gimbe fotografano in sintesi la situazione dei servizi sanitari in Italia. Il nord è ai vertici con le Regioni col servizio sanitario migliore, mentre il meridione si conferma a fondo classifica. I numeri chiave.
Poter contare su una sanità efficiente e in grado di erogare un servizio tempestivo, senza code interminabili e attese lunghissime, è una vera sicurezza. Ciò sia per i malati che hanno bisogno di un intervento o esame specifico, sia per coloro che si recano presso le strutture pubbliche per una visita di routine e per verificare che tutti i parametri siano regolari.
Non a caso, sono in molti a valutare di spostarsi in una Regione diversa da quella di residenza per interfacciarsi con ospedali pubblici migliori o di cui hanno sentito parlare molto bene, per qualità dei medici e/o degli strumenti a disposizione. Ma quale Regione scegliere? Quale quella preferibile da punto di vista ospedaliero? Insomma, quali sono le Regioni con il servizio sanitario migliore?
Di seguito ti indicheremo le prime 3, in base ai dati e alle informazioni oggi disponibili. I dettagli di quanto reso noto dalla Fondazione Gimbe.
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L’Emilia Romagna al primo posto per qualità del servizio sanitario
La situazione odierna dei servizi sanitari pubblici pare segnare un peggioramento rispetto al recente passato, se saranno confermati i dati – per ora preliminari – forniti dal Ministero della Salute e relativi al 2022. Nel frattempo, possiamo concentrarci su quanto elaborato dalla Fondazione Gimbe.
Quali sono le Regioni italiane con il servizio sanitario migliore? Nel rapporto pubblicato ne 2023 emerge, in particolare, il primato dell’Emilia Romagna, che è ai vertici per ciò che attiene all’erogazione dei cd. Livelli essenziali di assistenza (LEA). In estrema sintesi, l’Emilia-Romagna ha conservato la prima posizione sul piano dell’erogazione di prestazioni sanitarie:
- offerte gratuitamente ai cittadini nelle strutture pubbliche del Servizio Sanitario Nazionale
- oppure dietro pagamento di un ticket (leggi qui dell’esenzione oggi attiva)
Il punteggio totale di 281,2 punti per l’Emilia Romagna è alto, e permette di migliorare di 7,4 punti gli esiti dell’anno precedente. In particolare, il punteggio è la somma dei 90,73 punti ottenuti in prevenzione collettiva e sanità pubblica, dei 95,96 punti in assistenza distrettuale e dei 94,5 punti per ciò che attiene all’assistenza degli ospedali pubblici.
Al secondo posto troviamo la Toscana, al terzo la provincia autonoma di Trento, al quarto la Lombardia, mentre al quinto c’è il Veneto. Detto monitoraggio è assai utile perché offre una mappa di sintesi, circa le reali capacità delle Regioni di sfruttare al meglio le risorse pubbliche provenienti dalle amministrazioni centrali, al fine di assicurare servizi essenziali come ad es. pronto soccorso, degenza ordinaria o riabilitazione.
Le Regioni italiane con il servizio sanitario migliore: la classifica
Vediamo infine tutti i numeri della classifica delle Regioni italiane con il servizio sanitario migliore. Essi indicano i punteggi del totale adempimenti LEA anno 2021:
- Emilia Romagna 281,2
- Toscana 274,5
- Prov. Aut. Trento 268,4
- Lombardia 265,3
- Veneto 264,9
- Marche 257,9
- Piemonte 251,9
- Umbria 247,9
- Friuli Venezia Giulia 243,0
- Lazio 235,5
- Liguria 232,6
- Abruzzo 215,5
- Puglia 209,3
- Basilicata 207,5
- Prov. Aut. Bolzano* 200,8
- Campania* 198,6
- Molise* 196,9
- Sicilia* 183,0
- Sardegna* 169,7
- Calabria* 160,0
- Valle d’Aosta* 147,2
Con l’asterisco sono indicate le regioni inadempienti secondo il Nuovo Sistema di Garanzia (NSG).
Il perché della valutazione dei LEA
Forse non tutti sanno che dietro queste classifiche periodiche, non c’è soltanto la volontà di disegnare la mappa dei migliori servizi sanitari pubblici. Infatti annualmente il Ministero della Salute valuta l’erogazione dei LEA, attribuendo una sorta di “pagella” per i servizi sanitari regionali che individua le Regioni adempienti o ‘promosse’ – ossia quei territori che meritano di accedere alla quota di finanziamento premiale.
Invece, le Regioni inadempienti e che, di fatto, non garantiscono un servizio sanitario almeno sulla soglia della sufficienza, sono sottoposte a piani di rientro specifici. Essi comportano uno specifico affiancamento da parte del Ministero della Salute, ma attenzione perché – nelle situazioni più critiche – la conseguenza è il commissariamento.
Da alcuni anni la valutazione è ancora più approfondita. Infatti la cd. “Griglia LEA” è stata sostituita da quelli che sono oggi definiti i 22 indicatori CORE del Nuovo Sistema di Garanzia (NSG), organizzati in tre aree: prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera. In ciascuna area le Regioni sono ritenute adempienti ai propri doveri in campo sanitario, se conseguono almeno 60 punti su 100 in tutte le aree – la cd. Sufficienza.
Come infatti spiega il Ministero della Salute nel suo sito ufficiale, il Nuovo Sistema di Garanzia (NSG) è lo strumento che permette, con le molte informazioni disponibili sul Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS), di controllare – in base ai parametri dell’equità, dell’efficacia, e della appropriatezza – che tutti i cittadini italiani ottengano le cure e le prestazioni comprese nei citati Livelli essenziali di assistenza (LEA).
Regioni adempienti in aumento ma permane il distacco Nord-Sud
Tenuto conto del fatto che il Ministero della Salute non riassume in un punteggio unico la valutazione degli adempimenti LEA, l’utile lavoro della Fondazione Gimbe è stato la citata elaborazione dei dati ministeriali pubblicati, al fine di redigere una classifica di Regioni e Province autonome con le addizioni dei punteggi ottenuti nelle tre aree succitate.
Nell’ultima analisi pubblicata le Regioni adempienti nel 2021 salgono da 11 a 14 rispetto a prima. Perché oltre all’Emilia-Romagna, Toscana, Provincia autonoma di Trento, Lombardia, Veneto, troviamo – nell’ordine – anche Marche, Piemonte, Umbria, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Abruzzo, Puglia, Basilicata.
Inoltre, secondo Gimbe, nell’ultima rilevazione ben tre Regioni sono diventate adempienti – ossia Abruzzo, Basilicata e Liguria.
Colpisce però l’evidente distacco che separa la qualità del servizio sanitario regionale del Nord, rispetto a quello del Sud. Non una novità, ma dati che – in verità – si ripetono anche nell’ultima elaborazione, che indica le Regioni con il servizio sanitario migliore. Non a caso, nei mesi scorsi la Fondazione Gimbe in merito ha richiesto alla Commissione Affari Costituzionali del Senato di eliminare la sanità dall’elenco delle materie su cui le Regioni possono richiedere – ed ottenere – maggiori autonomie.