TFR dipendenti pubblici, le nuove tempistiche non vengono rispettate

Il TFR dipendenti pubblici dovrebbe arrivare in tempi più brevi secondo le direttive ma ciò continua a non accadere.

Gli impiegati statali hanno sperato di ridurre i tempi di attesa del Trattamento di Fine Rapporto o Servizio ma nella maggior parte dei casi bisogna ancora aspettare a lungo.

TFR dipendenti pubblici tarda ad arrivare
TFR, quando arriva? (Informazioneoggi.it)

I dipendenti pubblici e privati possono contare sul Trattamento di Fine Rapporto nel momento in cui cessano l’attività lavorativa. Parliamo di una somma in denaro che si accumula durante la carriera e che in seguito all’interruzione del rapporto viene restituita. Trattandosi di soldi appartenenti al lavoratore l’erogazione dovrebbe avvenire in tempi brevi eppure così non è specialmente per i dipendenti del settore pubblico. Per questo motivo sono nate controversie nel corso degli anni.

Un’attesa di cinque/sette anni è assurda per ricevere i propri soldi. In più l’importo viene erogato in un’unica soluzione solo se inferiore a 50 mila euro. Per somme tra 50 mila e 100 mila euro le erogazioni sono due annuali (la prima di 50 mila euro e la seconda pari all’importo residuo) mentre se il TFR ha importo superiore a 100 mila euro le rate saranno tre.

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I tempi di erogazione del TFR per dipendenti pubblici

I lavoratori del settore privato riescono a ricevere il Trattamento di Fine Rapporto entro 45 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro. I tempi potrebbero essere diversi solo se sussistono accordi differenti tra datore di lavoro e dipendente. I lavoratori del settore pubblico, invece, non hanno questa fortuna, Il tempo di attesa minimo è di 12 mesi dalla fine del rapporto di lavoro per raggiungimento dei limiti di età di pensionamento.

Per tutte le altre cause di cessazione del servizio, invece, i mesi di attesa diventano minimo 24. C’è chi ha riferito di un TFR o TFS (riservato ai dipendenti pubblici assunti prima del 31 dicembre 2000) versato a distanza di cinque anni se non di più. Tale differimento, però, è incostituzionale. Non segue, infatti, il principio di giusta retribuzione. Lo ha affermato più volte la Corte Costituzionale imponendo, così, tempistiche più brevi.

Al momento, però, l’intervento riformatore non c’è ancora stato. Il Governo sta cercando di stabilire modalità e mezzi per attuare il cambiamento ma le risorse che si richiedono sono ingenti. Dover liquidare subito tutti i dipendenti pubblici che hanno interrotto negli anni il rapporto di lavoro significherebbe un esborso non indifferente. Eppure un primo passo dovrà essere compiuto perché secondo la Consulta è illegittimo che un lavoratore debba aspettare anni prima di avere indietro i suoi soldi.

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