La Ragioneria di Stato fa crollare le speranze degli statali di poter ricevere il TFR in tempi più brevi. La scelta è ricaduta sul salvataggio dei conti.
Pur essendo illegittimo il ritardo nel pagamento del TFR ai dipendenti pubblici, al momento non ci saranno riduzioni nei tempi di versamento. La Ragioneria di Stato blocca la proposta di Legge.
La Corte Costituzionale lo scorso giugno con una sentenza ha dato speranza ai dipendenti pubblici. Il ritardo nel pagamento del TFR – da un anno a cinque anni – è incostituzionale. La differenza di trattamento tra lavoratori del settore privato e pubblico deve essere colmata e anche gli statali devono poter avere i loro soldi in tempi brevi. I Giudici hanno così chiesto al Parlamento di cancellare la norma che crea disparità di trattamento ingiustificabile e di ridurre le tempistiche di erogazione da 12 mesi a tre mesi.
Ricordiamo che un anno è il tempo minimo oggi per la liquidazione di un lavoratore pubblico. Chi va in pensione anticipata dovrà attendere molto più a lungo, anche cinque o sette anni. In più il TFR viene erogato a rate per un massimo di tre. La prima arriva dopo un anno (massimo 50 mila euro), la seconda dopo un altro anno (fino ad un massimo di 100 mila euro) e infine la terza a coprire la parte restante.
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Il ritardo nel pagamento del TFR è illegittimo ma rimarrà
La Ragioneria dello Stato ha fatto i conti e arrivata ad una conclusione che già si sapeva. Le risorse per coprire i pagamenti del TFR “veloce” ai dipendenti pubblici non ci sono. Né per le nuove liquidazioni che andrebbero versate tra tre mesi né per le vecchie in attesa da tempo. Una nota di poche righe ha fermato la proposta di Legge che mirava a ridurre da un anno a tre mesi la tempistica di versamento della prima rata del Trattamento di Fine Rapporto. Nello stesso tempo la proposta di Legge aumentava l’importo del rateo del TFR da 50 mila a 63.600 euro.
La riduzione non può avvenire o i conti dello Stato rischiano di saltare. Massimo Battaglia, segretario generale di Confsal- Unsa accusa, sottolinea come ancora una volta i dipendenti pubblici vengano usati al pari di un bancomat per far rimanere in equilibrio i conti pubblici. Nonostante la sentenza della Cassazione, dunque, al momento nulla cambierà. Si cercano altre soluzioni che possano salvare i conti e concedere ai lavoratori pubblici il TFR in tempi più brevi.
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