Per accedere alla maggior parte dei bonus serve il rispetto di specifiche soglie ISEE. Cosa succede se si dichiara il falso?
I controlli sulla DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) da parte di INPS, Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza sono diventati più minuziosi, perché i tentativi di frode sono, purtroppo, molto diffusi.
Molte persone, per ottenere sussidi economici e agevolazioni, omettono la specificazione di redditi e patrimoni nella DSU, in modo tale che l’ISEE risulti più basso. L’inganno, però, può avere conseguenze molto gravi per i “furbetti” e può integrare particolari ipotesi di reato.
La DSU è, innanzitutto, sottoposta al controllo dell’INPS, anche tramite la consultazione degli archivi informatizzati, e, nella maggior parte dei casi, tali accertamenti sono automatici. Gli archivi dell’INPS, inoltre, sono collegati a quelli dell’Agenzia delle Entrate, grazie ai quali si possono scoprire i redditi, i beni mobili e immobili e i patrimoni (tra cui i conti correnti bancari, i libretti postali e i depositi finanziari) dei contribuenti.
Per questo motivo, chi riporta dei dati patrimoniali o reddituali errati nella propria DSU può essere facilmente scoperto per mezzo dei controlli incrociati automatizzati.
Anche la Guardia di Finanza, infine, può condurre indagini di polizia tributaria, di propria iniziativa oppure su delega dell’Autorità giudiziaria, per accertare le condizioni reddituali e patrimoniali dichiarate con l’ISEE. Ma quali sono le sanzioni per chi presenta un’attestazione falsa? Vediamo cosa stabilisce la normativa.
DSU omessa o falsa: cosa si rischia?
L’omissione o l’alterazione delle informazioni riportate nella Dichiarazione Sostitutiva Unica costituisce falsificazione.
Se l’interessato invia, consapevolmente e volontariamente, una DSU incompleta, commette il cd. reato di falso ideologico, sanzionato con la reclusione da 2 a 6 anni. Se, poi, la DSU non veritiera viene usata, ad esempio, per chiedere delle agevolazioni, si commette il reato di false attestazioni o dichiarazioni a un pubblico ufficiale, punito con la reclusione da 1 a 6 anni.
Se, grazie all’ISEE errato si beneficia di agevolazioni non dovute, può sussistere anche il reato di truffa aggravata in danno dello Stato e di altri Enti pubblici (come l’INPS), per il quale è stabilita la pena della reclusione da 1 a 5 anni e la multa da 309 a 1.549 euro.
Chi presenta in maniera volontaria un ISEE sbagliato decade da tutti i sussidi percepiti proprio grazie al valore dell’ISEE, inclusi i Bonus riconosciuti dagli Enti locali. Si applica, inoltre, il divieto di accesso a nuove agevolazioni e vantaggi per il biennio seguente.
Nel 2020, tuttavia, è stata prevista un’eccezione alla norma, con il Decreto Rilancio, che ha chiarito che “restano fermi gli interventi, anche economici, in favore dei minori e per le situazioni familiari e sociali di particolare disagio“.