I lavoratori possono riscattare il TFR da un Fondo pensionistico. In tal caso, per il Fisco la cifra si somma agli altri redditi? Scopriamolo.
Il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) è la somma che spetta ai lavoratori dipendenti al termine del rapporto di lavoro, a prescindere dalle cause della cessazione.
Matura ogni anno di attività lavorativa e viene accantonato mensilmente, fino al momento in cui viene riconosciuto al lavoratore.
Per calcolare l’importo spettante, vengono sommate le quote di accantonamento (ammontanti alla retribuzione annua lorda, la cd. RAL, divisa per 13,5) e, poi, sottratto lo 0,5% della RAL, cioè la trattenuta per il Fondo Adeguamento Pensioni. Per conoscere il TFR netto, invece, si deve rimuovere dal TFR lordo la relativa tassazione prevista dall’azienda e dall’Agenzia delle Entrate.
La determinazione del Trattamento di Fine Rapporto viene compiuta prendendo a riferimento le voci retributive tipiche, normali e ripetitive del rapporto di lavoro. Si tratta, nel dettaglio, di: minimo contrattuale, aumenti periodici di anzianità , superminimi, indennità di maneggio denaro, maggiorazione per i turni, straordinario fisso, premi di presenza, valori convenzionali mensa, indennità per disagiata sede, importi forfettari, cottimo, provvigioni, premi e partecipazioni, prestazioni retributive erogate in natura, ulteriori importi accreditati e corrisposti in maniera non occasionale diversi dai rimborsi spese (ad esclusione delle somme riconosciute a titolo occasionale).
Uno dei dubbi più frequenti tra i lavoratori riguarda l’ipotesi che il TFR faccia reddito e vada, dunque, specificato nella Dichiarazione dei Redditi. Cosa stabilisce la normativa di riferimento?
Dichiarazione del TFR e applicazione della tassazione: le regole da seguire
Il Trattamento di Fine Rapporto non va indicato nella Dichiarazione dei Redditi, anche se fa parte della paga del lavoratore (riconosciuta al termine del contratto dal datore di lavoro oppure dal Fondo pensionistico integrativo).
Il TFR, dunque, rientra tra le ipotesi di redditi esenti da IRPEF. Il motivo sta nel fatto che, quando viene pagata, tale misura è già soggetta a tassazione separata. Di conseguenza, non dovrà essere specificata nella Dichiarazione dei Redditi. Ricordiamo, però, che viene prodotta una Certificazione Unica, da conservare per almeno 5 anni, nel caso in cui dovessero essere disposti controlli fiscali da parte dell’Agenzia delle Entrate.
In virtù dell’applicazione della tassazione sostitutiva, il TFR non rileva ai fini IRPEF e non si somma agli altri redditi dichiarati nel Modello 730. Per questo motivo, inoltre, non è elencato neanche nella Dichiarazione precompilata.
L’imposta che si applica alla prestazione è pari al 17%; nel caso di investimento in un Fondo di pensione complementare, invece, la tassazione è del 15%.