Potrebbe esserci una vera e propria rivoluzione relativa all’età pensionabile, a causa dell’adeguamento alle speranze di vita. Cosa cambierà nei prossimi anni?
La Legge di Bilancio 2024 ha inserito uno sblocco agli adeguamenti alle speranze di vita, relativo alla pensione anticipata.
La decisione ha sollevato una serie di perplessità, soprattutto perché un precedente provvedimento del Ministero dell’Economia aveva chiarito che non ci sarebbero stati incrementi dei presupposti per la pensione fino al 2026.
Quali saranno, dunque, i requisiti per poter smettere di lavorare durante il prossimo biennio? Scopriamolo.
Leggi anche: “Pensione di vecchiaia sempre più tardi: confermata l’età per il 2025 e il 2026, qualcuno potrebbe non arrivarci“.
Requisiti per la pensione nel prossimo biennio: quali sono le novità attese?
La Manovra finanziaria 2024 ha modificato i termini di sospensione dell’adeguamento alle speranze di vita per usufruire della pensione anticipata.
In particolare, gli attuali requisiti saranno validi fino al 31 dicembre 2024 e non più fino al 31 dicembre 2026.
Per beneficiare della pensione, al momento, sono necessarie le seguenti condizioni:
- per la pensione di vecchiaia, servono 67 anni di età e 20 anni di contributi;
- per la pensione anticipata ordinaria introdotta dalla Legge Fornero, sono necessari 42 anni e 10 mesi di contributi, per gli uomini, e 41 anni e 10 mesi di contributi, per le donne, a prescindere dall’età anagrafica;
- per la pensione anticipata contributiva, servono 64 anni di età e 20 anni di contribuzione, oppure 71 anni di età e 5 mesi di contributi effettivi;
- i lavorati addetti mansioni usuranti e notturne possono contare sulle seguenti misure pensionistiche: Quota 97,6 per i dipendenti (con 61 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contribuzione), Quota 98,6 per gli autonomi (con 62 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contribuzione);
- i lavoratori precoci (che hanno almeno 12 mesi di contribuzione prima del diciannovesimo anno di età) possono accedere a Quota 41, con 41 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica;
- per la pensione in totalizzazione servono 66 anni oppure 41 anni di contribuzione.
Poiché, al momento, non sono previsti incrementi delle aspettative di vita, lo sblocco stabilito dalla Legge di Bilancio non dovrebbe avere ancora effetto, anche se la Manovra finanziaria 2025 potrebbe stravolgere l’intero meccanismo.
Leggi anche: “Inps, taglio della pensione: vietato vivere troppo a lungo“.
Ricordiamo che gli attuali requisiti potranno, in futuro, solo incrementarsi e non diminuire. Ad esempio, nel biennio 2023-2024 c’è stata una riduzione delle speranze di vita di quattro mesi e nel biennio 2025-2026 si prevede che tale calo sarà di un mese. Questi cambiamenti in negativo verranno, tuttavia, assorbiti da futuri innalzamenti delle speranze di vita.
In ogni caso, l’adeguamento del presupposto anagrafico non può portare a un innalzamento superiore a tre mesi.