In alcuni casi il Fisco può irrogare sanzioni anche ai familiari dei contribuenti che devono versare delle somme all’Agenzia delle Entrate. Come prevenirle?
Il mancato pagamento di somme dovute al Fisco potrebbe comportare delle conseguenze davvero spiacevoli per i familiari dei debitori.
Chiariamo subito che, finché il debitore è in vita, i suoi parenti diretti o i conviventi non rispondono mai per i debiti.
La situazione, però, cambia in caso di morte del debitore. In tal caso, i debiti potrebbero trasferirsi a coloro che accettano l’eredità. Dopo la morte, infatti, l’Agenzia delle Entrate notifica ai familiari del debitore le richieste di pagamento nel seguente modo:
- entro il primo anno dal decesso la notifica va inviata al domicilio del defunto e viene indirizzata a tutti gli eredi in maniera impersonale (cioè senza indicare i singoli nominativi). Nella maggior parte delle ipotesi, infatti, subito dopo la morte di un soggetto i suoi eredi gestiscono il patrimonio in maniera collettiva;
- dopo il primo anno dal decesso le notifiche sono inviate direttamente agli eredi, presso la loro residenza. Il Fisco, dunque, interagisce con i singoli eredi per le richieste di pagamento. In tale fase, viene riconosciuta la responsabilità personale e specifica di ciascuno di essi.
Vediamo, dunque, quando si ereditano i debiti e in che modo ci si può tutelare.
Trasmissione dei debiti agli eredi: come evitarla?
Alla morte di un soggetto, gli eventuali debiti non si estinguono, ma possono trasferirsi agli eredi.
Tale passaggio, tuttavia, non opera in automatico, ma necessità della cd. accettazione dell’eredità, che può essere esplicita o implicita. Nel primo caso, è necessario l’atto notarile, nel secondo vengono posti in essere comportamenti che implicitamente fanno pensare all’accettazione (ad esempio, l’utilizzo o la vendita dei beni del defunto).
Per non rischiare sanzioni legate ai debiti del defunto, i familiari possono:
- rinunciare all’eredità;
- accettare con beneficio di inventario, cioè limitare la loro responsabilità ai debiti fino all’importo del valore dei beni ereditati e, dunque, senza pagare con i propri averi personali, ma esclusivamente con quelli ereditati.
Anche nel caso di accettazione dell’eredità, tuttavia, la legge prevede dei limiti alla responsabilità degli eredi per i debiti ricevuti. Sono, infatti, sempre esonerati dal pagamento delle sanzioni relative alle imposte non pagate dal debitore e, inoltre, ciascun erede è responsabile dei debiti solo nella misura della propria parte di eredità.
Ogni erede, in pratica, non potrà essere chiamato a pagare l’intero debito, ad eccezione di quelli relativi alle imposte sui redditi (ad esempio, IRPEF, IRES e IRAP) e dell’imposta di successione.