I contribuenti che hanno cartelle esattoriali possono ottenere una riduzione del debito anche se non hanno aderito alla Rottamazione. In che modo? Scopriamolo.
La Riforma del Fisco ha apportato una serie di novità anche per coloro che hanno cartelle esattoriali per debiti con il Fisco.
Possono, infatti, richiedere il pagamento dilazionato dell’intera somma fino a 120 rate e possono usufruire della cancellazione delle cartelle di pagamento non riscosse dopo cinque anni. Per godere di quest’ultima agevolazione, tuttavia, sono richiesti specifici requisiti. Vediamo quali sono.
Leggi anche: “Cartelle esattoriali cancellate: la novità 2024 che fa felici i contribuenti“.
Annullamento delle cartelle esattoriali dopo 5 anni: quando spetta e quali debiti riguarda?
Grazie alla prescrizione delle cartelle esattoriali si può evitare di pagare alcune tipologie di debiti.
In particolare, dopo cinque anni, i contribuenti possono beneficiare di uno sgravio parziale sulla cartella, in relazione alle sanzioni e agli interessi. Il debito originario, dal quale deriva la cartella, invece, si prescrive in dieci anni. Nel dettaglio, le imposte come l’IVA, l’IRPEF e le altre tasse statali hanno un termine di prescrizione decennale, mentre le tasse locali si prescrivono in cinque anni (ad eccezione del bollo auto, la cui prescrizione è fissata dopo tre anni).
In altre parole, c’è una prescrizione anticipata della cartella di pagamento, che riguarda le sanzioni e gli interessi. Al riguardo, è intervenuta l’ordinanza n. 4960 del 26 febbraio 2024 della Corte di Cassazione che ha specificato che interviene la prescrizione quinquennale degli interessi e delle sanzioni anche in relazione alle cartelle esattoriali relative a imposte non versate che si prescrivono in dieci anni.
Questo significa che, a partire dal quinto anno successivo alla notifica della cartella di pagamento, se non vengono effettuate ulteriori comunicazioni, il debito oggetto del provvedimento rimane valido e deve essere saldato, ma gli interessi e le sanzioni, invece, sono del tutto eliminati.
Leggi anche: “Riforma Riscossione: rivoluzione cartelle esattoriali, ecco cosa cambia“.
Attenzione, però, perché la riduzione della somme da versare non è automatica, ma necessita di un’attività da parte del debitore, che va effettuata entro determinate tempistiche. I contribuenti possono, infatti, presentare ricorso al Giudice di Pace entro 60 giorni dalla ricezione della cartella esattoriale. Ovviamente non ci si riferisce alla cartella originaria, perché la prescrizione interessa le cartelle per le quali non ci sono state notifiche per almeno cinque anni.
Per beneficiare della prescrizione parziale della cartella, bisogna ricevere la comunicazione di pagamento dal concessionario, ossia la documentazione con la quale l’Agenzia delle Entrate pretende il pagamento dell’intero debito, comprensivo di sanzioni e interessi. È dalla ricezione di questa comunicazione, dunque, che decorrono i 60 giorni utili per poter presentare ricorso al Giudice di Pace.