L’asta BTP di questa settimana vede protagonisti tre titoli di Stato a medio-lungo termine. Quali sono le loro caratteristiche e quali rendimenti assicurano?
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha fissato una nuova asta BTP per giovedì 11 aprile 2024.
Il Tesoro, così, si appresta a incassare tra i 7 e gli 8,25 miliardi di euro. Nel dettaglio, saranno tre i Buoni all’asta:
- il BTP a 3 anni, con scadenza 15 febbraio 2027 e cedola 2,95% (ISIN: IT0005580045);
- BTP a 7 anni, con scadenza 15 febbraio 2031 e cedola 3,50% (ISIN: IT0005580094);
- il BTP a 15 anni, con scadenza 1° ottobre 2039 e cedola 4,15% (ISIN: IT0005582421).
Vediamo quali sono le caratteristiche di questi titoli di Stato e quali rendimenti assicurano.
BTP a 3, 7 e 15 anni: qual è il più redditizio?
Per il BTP a 3 anni, emesso il 15 gennaio 2024 e in scadenza il 15 febbraio 2027, si tratta della settima tranche, con un controvalore minimo di 2,75 miliardi di euro e massimo di 3 miliardi. Si tratta di un titolo che, al momento, quota sotto la pari, a 99,20 centesimi. È, dunque, un’ottima occasione per chi è intenzionato ad acquistarlo, perché potrà usufruire di un piccolo sconto sul valore nominale, aumentando così il rendimento alla scadenza. Quest’ultimo, infatti, è pari al 3,24%.
Il BTP a 7 anni, emesso il 16 gennaio 2024 e in scadenza il 15 febbraio 2031, è caratterizzato in questa quarta tranche da un controvalore compreso tra un minimo di 3 e un massimo di 3,5 miliardi di euro. Si tratta di un titolo che tratta alla pari, con un rendimento lordo annuale inferiore al 3,50%.
Il BTP a 15 anni, emesso il 1° ottobre 2023 e con scadenza 1° ottobre 2039, invece, ha un controvalore tra 1,25 e 1,75 miliardi di euro e un rendimento del 4,15% lordo all’anno.
Come si può notare, i tre BTP considerati vanno da un orizzonte temporale medio- breve (3 anni) a uno lungo (15 anni). Come devono comportarsi gli investitori? Se si inseriscono nel portafoglio obbligazioni a breve termine, le cedole saranno abbastanza elevate e si avrà liquidità nel corso degli anni. Se, invece, si opta per le obbligazioni a lungo termine, si potrà rivendere a prezzi più alti man mano che i rendimenti diminuiranno in seguito al taglio dei tassi di interesse.
Si tratta di una strategia che potrebbe comportare una serie di vantaggi per l’asta di BTP dell’11 aprile.
In conclusione, i rendimenti di quest’asta vanno dal 2,85% per il BTP triennale al 3,60% per il BTP a 15 anni, passando per il 3,05% del BTP a 7 anni. In tutti i casi, secondo le stime del mercato a medio-lungo termine, il rendimento sarebbe positivo.