Si sente ormai sempre più spesso parlare del visus B, detto anche virus delle scimmie, ma di cosa si tratta? Ecco alcune informazioni a riguardo
Come in tantissimi sicuramente già sapranno, dopo la pandemia da nuovo coronavirus, quando si sente parlare di virus tutti restano di sasso e spaventati; durante le ultime settimane in molti hanno ovviamente se ne sono interessati, ma di cosa si tratta? Ecco cosa c’è da sapere in merito all’argomento in questione e alcune informazioni utili a riguardo.
Com’è noto, è da un po’ che si sente parlare del virus B questo può essere trasmesso all’uomo mediante il morso (o altro contatto) di una scimmia infetta; un caso si sarebbe verificato ad Hong Kong e a comunicarlo è stato il Chp cinese. Le condizioni dell’uomo sarebbero critiche.
Ma qual è la sintomatologia a cui prestare attenzione? Pare che i primi sintomi di tale malattia si manifestino entro 1 mese dal contatto con l’animale infetto; questi risulterebbero essere simili a quelli di una comune influenza quindi febbre, brividi, affaticamento e mal di testa.
Potrebbero però presentarsi anche minute vesciche, nausea e vomito. Pian piano che la malattia si propaga vi potrebbe presentarsi anche un infiammazione al cervello ed al midollo spinale. La mortalità di tale virus risulterebbe essere molto alta se non si interviene in maniera tempestiva.
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Virus B, come si trasmette? Ecco quanto dura l’infezione
Il vaiolo delle scimmie è dunque un virus che spaventa molto, ma quali sono le modalità di trasmissione oltre a quella citata in precedenza?
Questo virus può essere trasmesso mediante il contatto con l’animale infetto ed anche se si maneggiano feci, urine oppure saliva. Inoltre, la patologia può essere trasmessa mediante il graffio oppure il morso dell’animale infetto oppure se si è a contatto con naso, occhi e bocca dell’animale.
Ad oggi pare si sia verificato un solo caso di contagio a persone e chiaramente la pericolosità pare resti comunque bassa dal momento che risulta molto difficile avere contatti diretti con i macachi. Il virus in questione, però, non è di certo nuovo, infatti, agli inizi del 900 ben cinquanta individui sono risultati essere positivi.
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La malattia in questione, di solito, si risolve spontaneamente entro due al massimo quattro settimane senza l’uso di farmaci specifici, il medico di fiducia potrebbe consigliare antidolorifici oppure antipiretici. Se, invece, la malattia ha un decorso diverso il paziente potrebbe aver bisogno di cure ospedaliere. Queste, però, sono solo alcune informazioni e per avere ulteriori delucidazioni è necessario rivolgersi al proprio medico di fiducia oppure ad uno specialista.