Pressione alta, quando si ha diritto all’assegno di invalidità civile ogni mese

Ad alcune condizioni è possibile ottenere l’invalidità civile in presenza dell’ipertensione. Vediamo quando il riconoscimento sarà possibile.

L’ipertensione si verifica quando la pressione del sangue nelle arterie è troppo alta rispetto a determinati livelli. La conseguenza è un eccessivo lavoro per il cuore, Se la pressione alta non viene gestita correttamente si può andare incontro a conseguenze molto gravi come insufficienze cardiache e aneurismi delle arterie.

Invalidità civile con la pressione alta
Invalidità civile con la pressione alta (Informazioneoggi.it)

Nel 2024 le prestazioni sociali hanno subito un aumento di circa 20 euro mensili grazie alla rivalutazione dei trattamenti. Di conseguenza sono aumentati anche i limiti di reddito che ne danno diritto. I nuovi importi sono stati comunicati dall’INPS ad inizio anno. Invalidi, ciechi parziali e sordi hanno diritto a 333,33 euro mentre i ciechi assoluti ricevono un importo di 360,48 euro. I limiti di reddito sono 19.461,12 euro per invalidi totali, ciechi civili e sordomuti e di 5.725,46 euro per invalidi parziali e minori.

Il riconoscimento dell’invalidità è legato ad un iter che prevede la visita davanti ad una Commissione medica incaricata. Dal verbale redatto si potrà conoscere la percentuale di invalidità riconosciuta e, dunque, i benefici da richiedere. Chi soffre di ipertensione, ad esempio, quando potrà vedersi riconosciuta l’invalidità?

Pressione alta, invalidità e assenza per malattia: cosa sapere

Il riconoscimento dell’invalidità per pressione alta è legato al corrispettivo riconoscimento della riduzione della capacità lavorativa. In base alla percentuale certificata e dunque alla gravità della patologia si potrà contare o meno sui benefici dell’agevolazione. L’ipertensione arteriosa non complicata, per esempio, comporta una percentuale di invalidità dal 10%. Significa che non si avrà alcun vantaggio dato che i benefici partono dal 33% in poi.

Una percentuale rilevante, dunque, si avrà con cardiopatia ipertensiva con impegno cardiaco di grado medio (dal 31 al 50%) o con la cardiopatia ipertensiva con impegno cardiaco di grado medio-severo (dal 51 al 70%) o di grado severo (71%/80%). Infine, con la cardiopatia ipertensiva scompensata il grado di invalidità riconosciuto è compreso tra l’81 e il 100%. Arteriopatie ostruttive croniche prevedono una percentuale di invalidità tra il 5 e il 100% mentre le patologie scaturite dalla cardiopatia ipertensiva possono comportare il riconoscimento della Legge 104 con handicap grave.

Se l’ipertensione causa un’inabilità lavorativa minima di un terzo è possibile fare domanda dell’assegno ordinario di invalidità. Questo ha validità triennale, Prima dello scadere dei tre anni bisognerà chiedere il rinnovo. L’iter dovrà essere svolto per tre volte consecutive, poi dopo tre riconoscimenti consecutivi l’assegno diventerà definitivo anche se l’INPS potrà sempre chiedere all’interessato una visita di revisione.

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