Conto corrente cointestato: conviene inserire la clausola di accrescimento?

Cosa prevede la clausola di accrescimento in un conto corrente e quando conviene recarsi in banca per aggiungerla al contratto.

I coniugi possono aprire un conto corrente cointestato per facilitare la gestione dei risparmi. Molte coppie utilizzano questo strumento finanziario, specialmente quando è un solo membro ad avere uno stipendio mensile da depositare.

Clausola di accrescimento conto corrente cointestato
Clausola di accrescimento conto corrente cointestato (Informazioneoggi.it)

I vantaggi offerti dal conto cointestato sono diversi. Le coppie lo scelgono per risparmiare al fine di perseguire un obiettivo comune, i soci per condividere le responsabilità finanziarie, i genitori e figli per la gestione condivisa dei soldi e il pagamento delle spese. Un lato positivo di questa tipologia di conto è la protezione dei titolari qualora uno degli intestatari dovesse morire. L’accesso al conto si manterrà e non si rimarrà, dunque, senza liquidità per affrontare le spese del funerale o altre spese urgenti.

I cointestatari possono scegliere di aprire un conto a firma disgiunta oppure congiunta. Nel primo caso ogni titolare del conto può operare in autonomia, nel secondo le operazioni si possono effettuare solo con il consenso dell’altro cointestatario. Una terza opzione è il conto cointestato a firma mista, consentendo di svolgere alcune operazioni in autonomia e altre solo previo consenso. Quando si può aggiungere la clausola di accrescimento?

Cos’è la clausola di accrescimento e quali banche la autorizzano

Si parla di clausola di accrescimento in un conto corrente congiunto quando in caso di decesso di uno dei cointestatari la quota del defunto del saldo del conto viene automaticamente trasferita agli altri titolari del conto corrente senza passare dalla successione ereditaria. Generalmente questa clausola non è utilizzata nei conti correnti tradizionali e molte banche difficilmente hanno familiarità con l’opzione.

Sono più conosciute, invece, le polizze assicurative oppure i conti deposito titoli. Può capitare, dunque, che gli impiegati dell’istituto di credito non sappiano fornire valide risposte al cliente che chiede di aggiungere la clausola di accrescimento. Spesso negano di poterlo fare quando in realtà dovrebbero approfondire prima l’argomento e poi comunicare l’esito al richiedente.

In caso di dubbio sulle conoscenze del dipendente da parte del correntista, questo può chiedere di parlare con un responsabile o un consulente esperto per discutere dell’eventualità di aggiungere la clausola al conto corrente cointestato. A volte l’esito della contrattazione dipenderà dall’affidabilità del cliente, dal saldo sul conto e dalla durata dei rapporti tra correntista e istituto di credito. In alcuni casi i correntisti fanno redigere un atto al notaio che includa la clausola in questione da proporre poi alla banca.

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