Al vaglio del Governo la proposta di trasferire il trattamento di fine rapporto (TFR) direttamente nei fondi pensione integrativi.
I vantaggi e svantaggi di questa scelta sono molti, analizziamoli nel dettaglio e cosa succederà se la proposta è accettata dal Governo.
Il fondo pensione integrativo consente di ottenere un’entrata aggiuntiva al momento della chiusura del rapporto di lavoro per pensionamento. Una misura che permette tramite il fondo pensione l’uscita anticipata dal lavoro, percependo una rendita, è la RITA (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata). Per chi aderisce ad un piano previdenziale integrativo può anticipare il pensionamento di 5 o 10 anni, rispetto all’età pensionabile.
Novità TFR, aziende obbligate al versamento nei fondi pensione
Nonostante l’opportunità di versare il TFR a costo zero nei fondi pensione, i lavoratori sono diffidenti, e le adesione ai fondi sono inferiori alle aspettative (circa il 36,9% della forza lavoro).
Da considerare che i lavoratori che aderiscono ai fondi pensioni con il trasferimento del TFR, non pagano spese e possono detrarre ogni anno i contributi versati, ottenendo un rimborso fiscale.
La nuova legge del ministro Calderone sembra dare una svolta al TFR maturato in azienda. La norma attuale prevede che il TFR viene trattenuto in azienda o dal fondo INPS nel caso di aziende con più di cinquanta dipendenti. A eccezione che il lavoratore non decida di destinarlo ad un fondo pensione. Il dipendente ha la facoltà di decidere dove destinarlo.
La proposta di legge modifica in modo netto questa possibilità. Se il dipendente non comunica la sua scelta, le somme maturate per TFR saranno automaticamente trasferite ad un fondo pensione. Il lavoratore avrà sei mesi di tempo per prendere la sua decisione. Vale la legge del “silenzio assenso“, e il TFR sarà utilizzato per finanziare la pensione integrativa generando una futura rendita.
La proposta di legge del ministro Calderone sembra aver riscosso il consenso della maggioranza, in quanto non intacca le finanze pubbliche.
Potrebbero opporsi alla proposta le associazioni di categoria, in tutela delle piccole aziende. Per quest’ultime il TFR in azienda rappresenta una risorsa per gestire l’andamento economico aziendale. Nulla cambia per le aziende di grande dimensioni che sono già soggette al versamento delle somme maturate nel fondo tesoreria INPS.