Gli insegnanti di ruolo possono considerare gli anni da supplente per maturare i requisiti per la pensione? Ecco la verità.
Intraprendere la carriera dell’insegnamento è diventato, negli ultimi anni, molto complicato, a causa della situazione di precarietà lavorativa a cui sono costretti i neo assunti. Sono, infatti, migliaia i maestri e i professori che devono fare i conti con lunghi periodi di instabilità professionale.
Tale fenomeno, purtroppo, non coinvolge soltanto i giovani ma anche coloro che hanno già anni di esperienza alle spalle, intrappolati in un sistema che propone solo contratti periodici a tempo determinato. Questa condizione potrebbe avere gravi conseguenze non solo sulla vita personale degli insegnanti, angosciati dalla mancanza di sicurezze, ma anche sulla stessa vita lavorativa.
La precarietà, in molti casi, peggiora la qualità dell’insegnamento e fa sorgere una serie di dubbi sul futuro pensionistico. Tantissimi lavoratori si chiedono quale sarà la reale incidenza degli anni di supplenze sulla pensione, anche una volta raggiunto il desiderato “ruolo”. Gli anni da precario valgono ai fini della maturazione dei requisiti per il pensionamento? Possono essere utilizzati per la determinazione dell’assegno spettante? Vi sveliamo cosa stabilisce la legge.
Pensione insegnanti: come calcolare gli anni pre-ruolo
L’ordinamento pensionistico italiano contempla precise regole per il calcolo del presupposto contributivo per l’accesso alla pensione. Per gli insegnanti, gli anni precedenti il ruolo, ossia quelli trascorsi da precari, vengono, purtroppo, riconosciuti solo parzialmente.
Nel dettaglio, i primi quattro anni si considerano per intero dal punto di vista giuridico ed economico, mentre quelli successivi sono accreditati per i due terzi ai fini economici e giuridici e per un terzo ai fini economici.
Fanno eccezione i docenti che hanno stipulato un contratto a tempo indeterminato nell’anno scolastico 2023/2024, per i quali, grazie al Decreto “Salva Infrazioni”, il servizio pre-ruolo viene considerato per intero a tutti gli effetti.
Per gli insegnanti immessi in ruolo antecedentemente, però, esistono una serie di strumenti per recuperare gli anni di precariato. Possono, infatti, chiedere l’attribuzione integrale del pre-ruolo, ma solo ai fini economici. I lavoratori in servizio presso la scuola materna ed elementare hanno diritto a tale beneficio solo dopo 18 anni di ruolo.
A tal fine, basta inviare domanda all’istituzione scolastica, richiedendo espressamente il riconoscimento integrale degli anni di precariato. Per qualsiasi dubbio, consigliamo agli interessati di contattare un Patronato o un Sindacato scolastico, per ottenere idoneo sostegno, a titolo gratuito.
Sarebbe opportuno, infine, controllare la propria posizione contributiva. Lo si può fare anche comodamente da casa, accedendo al sito ufficiale dell’INPS o scaricando l’app dell’Istituto di Previdenza. In questo modo è possibile capire se, con il riconoscimento integrale degli anni precedenti il ruolo, è possibile maturare i presupposti per la pensione di vecchiaia ordinaria (20 anni di contributi) oppure anticipata (42 anni e 10 mesi di contributi, per gli uomini, e 41 anni e 10 mesi, per le donne).